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Elezioni presidenziali USA: cosa succederà?

Mancano poche ore al via della tornata elettorale presidenziale statunitense. Un evento (anzi, l’evento!) che potrebbe apportare significative variazioni nello scenario internazionale, e che è seguito con crescente apprensione anche dai mercati finanziari. Ma che cosa accadrà domani, quando gli americani decideranno il proprio prossimo “timoniere”?

Che cosa potrebbe succedere

Innanzitutto, ricordiamo come il voto a livello nazionale rinnoverà tutta la Camera (435 seggi), un terzo del Senato (34 su 100 seggi) e determinerà i delegati al Collegio Elettorale per l’elezione del Presidente e del Vice-presidente. Come ben intuibile, l’esito del voto di novembre è potenzialmente più rilevante per lo scenario geopolitico che per quello economico, visto e considerato che – paradossalmente, ma solo in via superficiale – l’elezione di Trump o di Clinton sarà comunque fortemente mediata dal sottostante di Camera, Senato e Congresso.

In altri termini, nonostante il continuo susseguirsi di sorprese relative ai candidati per la presidenza e un grado inusuale di incertezza sull’esito del voto (per quanto la Clinton sia comunque considerata un pò più avanti rispetto al rivale repubblicano), la previsione centrale resta di governo diviso, con un presidente democratico, la Camera repubblicana e il Senato spaccato. Per il Congresso, si prevede una maggioranza repubblicana alla Camera (con un margine inferiore a quello attuale) e una possibile parità al Senato (i sondaggi, che davano un probabile margine risicato ai democratici, sono tornate a dare indicazioni di parità).

A livello presidenziale, i sondaggi al momento danno un modesto vantaggio a Hillary Clinton, con ampia incertezza. Il vantaggio democratico si è ampiamente ridotto dopo la riapertura delle indagini dell’FBI sulle e-mail di Clinton, e restano 10 stati incerti. Il Presidente non è eletto dal voto popolare ma dai delegati al Collegio Elettorale (sono necessari 270 voti al Collegio), determinati dal voto nei singoli stati. Ricordiamo che almeno un terzo degli elettori ha già votato con le procedure di voto anticipato.

Gli scenari possibili

Una volta che abbiamo introdotto quel che accadrà, cerchiamo di concentrarci sui principali scenari che ne potrebbero derivare. Cominciamo intuibilmente dallo scenario centrale e più probabile, riprendendo quello che abbiamo prima anticipato: la Clinton verrà eletta come nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America, ma si troverà a governatre governare con una Camera repubblicana e un Senato spaccato. In questo scenario, è molto probabile che prosegua la situazione di stallo legislativo per altri due anni (fino alle elezioni midterm di novembre 2018), con scarso potere di agenda per il Presidente e con la necessità di trovare supporto bipartisan per qualsiasi atto legislativo, incluso il budget.

Non si può naturalmente escludere che possano prefigurarsi ulteriori scenari, per quanto meno probabili. Cominciamo con quello che, probabilmente, i mercati finanziari stanno temendo maggiormente: un ulteriore spostamento verso i repubblicani negli ultimi giorni, con uno scenario di maggioranza repubblicana in Congresso e di presidenza Trump. D’altro canto, esiste altresì anche la possibilità di uno scenario centrale di governo diviso con presidenza Clinton, su cui però si possono addensare rischi di incriminazione per il caso delle e–mail, con netto indebolimento della Presidenza e turbativa dell’attività del Congresso in connessione con possibilità di impeachment.

Vi è poi un altro scenario particolarmente temuto, relativo alla possibile contestazione dei risultati elettorali, o di voto molto vicino per i due candidati che richieda il riconteggio delle schede, con un notevole prolungamento dell’incertezza (con un caso simile a quello dello scontro Bush-Gore del 2000). Il Presidente non viene comunque eletto dal Collegio elettorale fino al 19 dicembre e non entra in carica fino al 20 gennaio 2017. Questi scenari “difficili”, con effetti negativi sui mercati, non possono essere esclusi, viste le particolarità di questa tornata elettorale.

Conseguenze maggiori sul fronte geopolitico

Alla luce di quanto abbiamo ricordato, dovrebbe essere ora più chiaro il motivo per cui il clima di aleatorietà potrebbe pesare più sul fronte geopolitico e delle relazioni internazionali, piuttosto che su quello economico (dove il Presidente eletto dovrà comunque scontrarsi con le esigenze del Congresso, Camera e Senato, dove spicca una spaccatura profonda.

Dunque, l’incertezza sulle conseguenze del voto presidenziale è ampia, ma i rischi sono concentrati sulla componente internazionale della politica americana. La campagna elettorale è stata poco focalizzata sulla politica fiscale, anche perché l’economia nel complesso è in fase di ripresa, senza emergenze da affrontare: gli scontri sui tagli fiscali e sulla riduzione del deficit sono definitivamente storia passata.

I programmi di entrambi i candidati alla presidenza implicano una politica fiscale espansiva, anche se con grandi differenze. La questione per i prossimi anni riguarda quanto, non se, si espanderanno il deficit e il debito. È probabile quindi il proseguimento di una stance modestamente espansiva, con possibili accordi sulla riduzione delle imposte per le società e su un ampliamento della spesa per infrastrutture. Un punto rilevante e meno positivo per lo scenario economico, è l’aumento di posizioni protezionistiche sui temi del commercio internazionale sia da parte di Trump sia da parte di Clinton. Il potere del Presidente, in caso di governo diviso, è concentrato sulla politica internazionale. Su questo fronte, Clinton è generalmente in linea con l’Amministrazione attuale. La posizione di Trump è stata finora di rottura con l’establishment, anche repubblicano, e lascia aperto un grado molto maggiore di incertezza per il post-elezioni, con possibili reazioni significative sui mercati, soprattutto nel breve termine.

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Sull'autore

Roberto Rossi

Roberto Rossi è un professionista con una consolidata carriera nel settore dell'informatica e dei mercati finanziari, distintosi per la sua profonda passione e competenza in entrambi i campi. Laureato in Informatica, Rossi ha iniziato la sua carriera tecnologica con un forte impegno nell'innovazione e nello sviluppo software, contribuendo significativamente a progetti di rilievo nel settore tecnologico.

La sua curiosità intellettuale e la predisposizione alla continua evoluzione professionale lo hanno spinto, circa vent'anni fa, a esplorare con fervore il mondo dei mercati finanziari. Questo nuovo percorso ha segnato l'inizio di una proficua fase della sua carriera, durante la quale Rossi ha approfondito le dinamiche dei mercati globali, specializzandosi in strategie d'investimento e analisi finanziaria. La sua abilità nell'interpretare i dati di mercato e prevedere le tendenze economiche gli ha permesso di ottenere risultati notevoli come investitore e consulente finanziario.

Circa dieci anni fa, Rossi ha ampliato ulteriormente i suoi orizzonti professionali dedicandosi allo studio e all'investimento in Bitcoin e altre criptovalute, anticipando la rivoluzione digitale nel settore finanziario. La sua capacità di integrare le competenze informatiche con la conoscenza finanziaria gli ha conferito una posizione di rilievo nell'ambito della blockchain e delle criptovalute, rendendolo una figura di spicco in questo settore emergente.

Dopo una vita di successi e riconoscimenti professionali, Rossi è ora guidato dal desiderio di condividere il suo vasto sapere. Con l'intento di formare le nuove generazioni, si dedica attivamente all'insegnamento e alla divulgazione, attraverso la partecipazione a conferenze, la pubblicazione di articoli e la collaborazione con istituzioni accademiche. La sua missione è quella di trasmettere non solo conoscenze tecniche, ma anche una filosofia d'investimento basata sull'analisi critica, sulla responsabilità etica e sull'innovazione.

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