Mercati

Inflazione Italia, dato nuovamente in crescita all’1,8%

Scritto da Roberto Rossi

L’inflazione italiana è nuovamente in crescita, ma l’aumento è determinato da fattori temporanei non ripetibili: ecco come è andata ad aprile.

Stando a quanto affermano le ultime rilevazioni compiute dall’Istat, nel mese di aprile l’inflazione ha ripreso la sua risalita anche se – dando uno sguardo più attento alla natura dei dati – lo ha fatto soprattutto alla luce di fattori temporanei.

Inflazione aprile 1,8%

Dopo essere aumentata per quattro mesi di fila tra novembre 2016 e febbraio 2017, e dopo essere scesa a marzo, l’inflazione è tornata a salire nel mese di aprile toccando quota 1,8% secondo l’indice nazionale e quota 2% in base all’IAPC. In entrambi i casi si tratta del livello massimo da oltre quattro anni a questa parte.

Su base mensile, notiamo come i prezzi al consumo siano saliti di tre decimi di punto percentuale secondo la rilevazione del NIC e di 0,8 punti percentuali su base mensile in riferimento all’indice armonizzato (che tiene in considerazione le variazioni temporanee di prezzo e pertanto può risentire del rientro definitivo dei saldi invernali su abbigliamento e calzature). I dati sull’indice nazionale sono stati superiori alle attese di consenso, ma non hanno comunque contribuito a generare un eccessivo clima di stupore: peraltro, è stata più ampia delle previsioni anche il dato sull’indice armonizzato.

Complessivamente, l’inflazione italiana è così tornata ad essere superiore alla media dei Paesi dell’eurozona (2 per cento contro 1,9 per cento), per uno scenario che non si verificava da un anno e mezzo a questa parte.

Perché l’inflazione è salita

Spostandoci sul fronte delle cause di questo comportamento, rileviamo come l’incremento sia dovuto interamente al contributo (nella misura di due decimi di punto percentuale ciascuno) da due componenti: servizi ricettivi e di ristorazione (+1,9 per cento su base mensile) e trasporti (+1,7 per cento su base mensile). Tali rincari sono evidentemente di natura stagionale, visto e considerato che su questi fattori non può che avere inciso anche la distribuzione delle festività del mese, con la Pasqua caduta in aprile (mentre lo scorso anno era caduta a marzo), seguita a breve distanza dal ponte determinatosi in concomitanza con la festa della Liberazione.

Insomma, l’inflazione è aumentata (e in tale misura è sicuramente un aspetto positivo), ma i contributi di spinta sembrano essere ascrivibili a fattori temporanei non ripetibili.

Cosa non ha fornito un contributo positivo

Se i contributi positivi sono ben noti e già espressi nelle misure di cui sopra, sono cinque i distinti capitoli di spesa che hanno fatto segnare un calo dei listini. Nell’ordine:

  • alimentari e bevande sono retrocessi di 0,4 punti percentuali su base mensile, per il secondo mese consecutivo dopo il balzo dei prezzi dovuto al maltempo registrato in gennaio e febbraio;
  • cultura e tempo libero, calati nella misura di 0,3 punti percentuali su base mensile;
  • abbigliamento e scarpe, in flessione di 0,2 punti percentuali su base mensile;
  • bevande alcoliche e tabacco, in contrazione di 0,1 per cento mese su mese;
  • servizi sanitari e spese per la salute, in calo di 0,1 punti percentuali mese su mese, a causa principale della flessione dei prezzi dei prodotti farmaceutici.

A margine di quanto sopra, emerge come l’incremento tendenziale dell’inflazione sia riconducibile in misura quasi integrale (tre decimi qui quattro totali) alle spese per abitazione, acqua, elettricità e combustibili (in aumento da 0,2 per cento a 3 punti percentuali), a sua volta influenzato dall’aumento del prezzo dell’energia elettrica (+2,2 per cento), contro la flessione di -4 per cento registrata ad aprile 2016.

Il restante contributo all’aumento annuo dell’inflazione (un decimo sui quattro di sviluppo) arriva invece dai trasporti, in accelerazione a 5,6 per cento da 4,6 per cento anno su anno di marzo. La tendenza deflattiva è infine propria a due distinte divisioni di spesa: le comunicazioni, passate a -1,6 per cento da -2,3 per cento anno su anno di marzo, e l’istruzione, a -0,9 per cento anno su anno, invariato rispetto al mese precedente.

L’inflazione di fondo (ovvero, quella calcolata al netto di energetici e alimentari freschi) è salita per il terzo mese consecutivo, da 0,7 per cento a 1 per cento anno su anno. Al netto della sola energia, l’inflazione annua è invariata a 1,2 per cento anno su anno, e +0,3 per cento mese su mese. L’inflazione sui beni ad alta frequenza di acquisto, inoltre, dopo aver toccato un massimo da oltre quattro anni a 3,2 per cento anno su anno a febbraio, è scesa per il secondo mese ad aprile, a 2,2 per cento dopo il 2,7 per cento di marzo. In contrazione anche il c.d. “carrello della spesa” (ovvero, il paniere determinato da beni alimentari, per la cura della casa e della persona), a 1,8 per cento ad aprile dal 2,3 per cento di marzo e dal 3,1 per cento anno su anno di febbraio.

Ad ogni modo, come dovrebbe risultare chiaro dalle righe che precedono, è ben difficile cercare di procedere a un confronto puntuale dei dati, visto e considerato che oltre che dalla particolare collocazione della Pasqua (marzo lo scorso anno, aprile quest’anno), il confronto annuo è distorto verso l’alto dalla componente energetica, considerato che ad aprile del 2016 si era avuto un deciso ribasso delle tariffe per luce e gas. È dunque possibile che l’inflazione sia destinata a calare già dal mese prossimo, probabilmente a quota 1,5 per cento sul NIC e a 1,7 per cento sull’armonizzato.

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Sull'autore

Roberto Rossi

Roberto Rossi è un professionista con una consolidata carriera nel settore dell'informatica e dei mercati finanziari, distintosi per la sua profonda passione e competenza in entrambi i campi. Laureato in Informatica, Rossi ha iniziato la sua carriera tecnologica con un forte impegno nell'innovazione e nello sviluppo software, contribuendo significativamente a progetti di rilievo nel settore tecnologico.

La sua curiosità intellettuale e la predisposizione alla continua evoluzione professionale lo hanno spinto, circa vent'anni fa, a esplorare con fervore il mondo dei mercati finanziari. Questo nuovo percorso ha segnato l'inizio di una proficua fase della sua carriera, durante la quale Rossi ha approfondito le dinamiche dei mercati globali, specializzandosi in strategie d'investimento e analisi finanziaria. La sua abilità nell'interpretare i dati di mercato e prevedere le tendenze economiche gli ha permesso di ottenere risultati notevoli come investitore e consulente finanziario.

Circa dieci anni fa, Rossi ha ampliato ulteriormente i suoi orizzonti professionali dedicandosi allo studio e all'investimento in Bitcoin e altre criptovalute, anticipando la rivoluzione digitale nel settore finanziario. La sua capacità di integrare le competenze informatiche con la conoscenza finanziaria gli ha conferito una posizione di rilievo nell'ambito della blockchain e delle criptovalute, rendendolo una figura di spicco in questo settore emergente.

Dopo una vita di successi e riconoscimenti professionali, Rossi è ora guidato dal desiderio di condividere il suo vasto sapere. Con l'intento di formare le nuove generazioni, si dedica attivamente all'insegnamento e alla divulgazione, attraverso la partecipazione a conferenze, la pubblicazione di articoli e la collaborazione con istituzioni accademiche. La sua missione è quella di trasmettere non solo conoscenze tecniche, ma anche una filosofia d'investimento basata sull'analisi critica, sulla responsabilità etica e sull'innovazione.

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