Diversi eventi sono accaduti nelle scorse settimane, e altri ne avverranno ancora, ad impattare più o meno positivamente sui vostri investimenti. Quanto basta per fermarci per qualche minuto a fare il punto su come comportarsi adeguatamente sui mercati valutari e delle materie prime, finalizzando al meglio il trading sul Forex e sul petrolio.
Forex
Cominciamo dal mercato valutario e, in particolar modo, dal cambio Euro / Dollaro. Il venir meno dell’urgenza di un intervento da parte della Banca Centrale Europea è già stato interpretato dagli investitori come un approccio meno espansivo dell’istituto alla politica monetaria: un quadro che alimenta l’inizio di un blando recupero del cambio EUR/USD in direzione di 1,10, anche se probabilmente il conseguimento di questo target in maniera duratura non avverrà prima dell’ultima parte dell’anno e anche se, quasi sicuramente, non mancheranno le correzioni nei prossimi mesi.
Se nel medio/lungo termine la strada del rinforzo dell’euro sembra essere tracciata, è anche opportuno rammentare come sul breve termine molto dipenderà da quel che faranno gli Stati Uniti. Per il momento, non si può non notare come l’attacco USA in Siria e le tensioni con la Corea del Nord hanno fatto impennare l’avversione al rischio e premiato le valute rifugio (yen & co.), mentre il dollaro statunitense ha subito una forte dose di volatilità, senza tuttavia perdere molte posizioni.
A inizio maggio è inoltre in programma la nuova riunione della Fed: la posizione ufficiale, che dovrebbe essere “alimentata” anche dal Beige Book in corso di pubblicazione, dovrebbe essere quella già nota dallo scorso mese, ovvero coerente con un probabile rialzo dei tassi a giugno (e, dunque, con stabilità dei tassi nell’imminente meeting FOMC di maggio), e con il dollaro che dovrebbe perlopiù stabilizzarsi (i mercati hanno già scontato tre rialzi dei tassi per il 2017, di cui due nella sua prima parte).
Passando alle altre valute, ricordiamo brevemente come la dinamica attuale dei prezzi inglesi stia allontanando, di fatto, il rialzo dei tassi prospettato blandamente dalla Bank of England. Solamente un eventuale complicarsi dell’iter politico sulla Brexit rischierebbe di rendere meno scontato lo scenario di recupero della sterlina: considerato che l’aleatorietà intorno alla Brexit è davvero tanta, e che nelle prossime settimane potrebbero emergere posizioni piuttosto contrastanti, meglio per il momento fermarsi a un atteggiamento più prudente.
Sullo yen, infine, continuano a pesare le turbolenze geopolitiche che spingono verso le valute rifugio e, dunque, anche verso quella giapponese. Il governatore Kuroda intanto rassicura sulla continuazione dell’approccio espansivo della Bank of Japan fino a quando l’inflazione non supererà il 2%.
Petrolio
Passiamo dunque a un rapido sguardo sugli investimenti sul petrolio, con il greggio che ha chiuso la settimana positivamente, con il report settimanale dell’agenzia EIA che ha registrato un calo inatteso delle scorte di greggio USA, scese di 2,2 milioni di barili, ma anche un incremento ulteriore della produzione americana.
Sullo sfondo, il mercato petrolifero sta continuando a beneficiare delle indiscrezioni riguardanti le pressioni dell’Arabia Saudita sugli altri membri dell’OPEC e sulla Russia (non OPEC), per poter prolungare fino alla fine del 2017 i tagli alla produzione. A sostegno delle quotazioni anche i dati sulle importazioni di greggio della Cina, che a marzo sono salite al record di 9,17 milioni di barili.
Da non sottovalutare, comunque, il ruolo che potrebbero giocare le tensioni internazionali sull’andamento del greggio. Pur vero che la crisi siriana non ha un effetto devastante sugli equilibri internazionali del petrolio, lo stesso non sarebbe identico se il conflitto dovesse estendersi ad altre aree ben più interessate dal business del greggio. Per il momento dunque ci limitiamo a mettere in secondo piano questi eventi geopolitici, pronti a rivalutare il contesto nel caso in cui le cose dovessero mutare (in peggio).