Innovazione e startup

La cyber security e l’impegno delle start up

La cronaca più recente è affollata di notizie che riportano i clamorosi danni degli attacchi hacker alla sicurezza informatica dei cittadini, delle istituzioni e delle aziende. I dati, al contempo, parlano chiaro, perché gli esperti hanno stimato che nel 2020 saranno milioni i posti di lavoro vacanti per gli operatori della sicurezza informatica, a fronte di una quasi totale mancanza di professionisti formati in questo settore.

Le prospettive di successo e di business legate alla cyber security sono quindi molte e a breve termine, alla luce di un’insicurezza dal carattere internazionale che sta minando le certezze degli utenti. I dati riportano di un attacco su tre ‘riuscito’ da parte degli hacker a danni delle aziende, una percentuale imponente che è stata recentemente riportata dal magazine Accenture. Si tratta di una prospettiva alquanto particolare, che accentua la preoccupazione dei privati, della Pubblica Amministrazione delle stesse aziende, che si stanno sempre più adoperando per rendere sicuri i dati, soprattutto quelli sensibili che sono in loro possesso.

Poli di eccellenza contro il cyber crime

La gravità del problema ha indotto il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon a chiedere la formazione di un’agenzia preposta ad affrontare il tema della cyber security, toccando gli aspetti tecnologici, logistici e legislativi che essa implica. Anche l’Italia si sente toccata dal problema e sta avvertendo sempre più la necessità di generare dei poli di eccellenza abili nello sviluppare efficaci strategie di controffensiva e di protezione dal cyber crime.

Molti sono gli esempi attivi, quali ad esempio il programma di accelerazione che è stato lanciato dalla fabbrica di start up Luiss Enlabs e dedicato alle giovani start up impegnate nel ramo informatico. Il progetto si chiama Security Challenge, la sfida alla sicurezza che è sostenuta da nomi di rilievo quali Cisco, LVenture Group, Infocerte e Ntt Data. Lo scopo dichiarato è di sviluppare start up che possano, con il loro spirito di innovazione risolvere le sfide del futuro in materia di cyber security e diventare punto di riferimento per le persone che hanno subito un attacco informatico.

Il programma Security Challenge

Il programma Security Challenge prevede una prima fase di pre accelerazione della durata di tre mesi e sono state ammesse al progetto anche alcune start up italiane. Si tratta dell’azienda SpidChain, impegnata nello sviluppo di sistemi di sicurezza basati sulla blockchain che è la tecnologia che sta alla base dei bitcoin, il pagamento virtuale in vigore sulla rete, BigProfile, società specializzata nella profilazione dei clienti delle aziende e di Neblasec, una start up attiva nel trasferimento in tempi brevi di grandi quantità di file.

Questi sono i nomi che parteciperanno al progetto e che si inseriscono in una panoramica di mercato alquanto lacunosa dal punto di vista della sicurezza informatica. Ancora una volta i dati parlano chiaro, perché nei primi mesi del 2016 il mercato digitale del Bel Paese è cresciuto nella percentuale dell’1.2% rispetto all’anno precedente e ha raggiunto una quota di valore pari a 32 milioni di euro. Il settore della cyber security è, invece, in controtendenza con la bassa crescita del settore in termini generali, perché ha dimostrato di avere raggiunto nel 2015 un volume di valore di 75 miliardi di dollari a livello globale. Per questa ragione, colossi investitori quali Cisco o società come Ntt Data credono nello sviluppo del comparto e seguono con attenzione gli sviluppi della sfida lanciata in materia di sicurezza informatica.

Dati: il nuovo oro del futuro

Al giorno d’oggi i dati sono preziosi e vengono già definiti come l’oro del futuro, come una fonte di ricchezza che, se impiegata nel modo corretto, può generare prosperità e rendiconti finanziari di grande portata. Questa è la ragione per la quale molti hacker puntano ad essi nella violazione dei portali e delle banche aziendali. I dati sono oro per chi vuole rivenderli o lucrarci per ragioni di privacy, quindi non stupisce comprendere il perché di tanti attacchi perpetuati ai danni di account di posta elettronica, come ha dimostrato l’ultimo caso di attacco hacker ai danni della società Yahoo.

La sicurezza dei dati sensibili rappresenta la nuova frontiera del web, una sorta di corsa alla difesa di uno spazio dalla natura cibernetica. Non stupisce comprendere l’impegno di molte aziende internazionali quali la sezione Ntt Data italiana, che vanta più di duecento dipendenti nella sede di Cosenza. Si tratta di un esempio positivo, di un’eccellenza nazionale in grado di concorrere con i nomi più blasonati e con le aree più dedicate del pianeta quali Tokyo, Palo Alto e la California. Anche nel suo piccolo, l’Italia può quindi farsi valere in tema di sicurezza informatica e l’opportunità proposta dal progetto Security Challenge dimostra che le start up impegnate nel settore informatico possono trarre grandi soddisfazioni dall’applicazione del loro lavoro in questa prospettiva.

Il progetto Security Challenge mira, infatti, a definire nel dettaglio l’importanza della sicurezza informatica nel presente, ma può tradursi anche in un felice inizio di attività per tante start up innovative impegnate nel settore tecnologico e informatico. L’applicazione alla cyber security mostra, dati alla mano, una domanda molto superiore all’offerta. Si tratta di un’analisi importante, che potrebbe convincere gli esperti informatici del domani ad applicarsi in questo campo, sfruttando le potenzialità legislative previste dalla legge italiana e dando vita a progetti che possono tradursi in una felice realtà a livello nazionale.

Non solo, perché vista la forza e il successo di questo settore, le speranze possono ampliarsi e guardare più lontano, a investitori che credono nella necessità di operare nella cyber security a livello internazionale e che sono pronti a finanziarie i progetti legati alla protezione dei dati, al loro trasferimento e al loro stoccaggio. Più fondi per le aziende significano più prospettive di lavoro a lungo termine, quindi il sogno che ogni start up spera di avverare nel corso della sua carriera. Da utopia per molti operatori del web e dell’informatica in generale, questa prospettiva professionale potrebbe quindi tradursi in realtà, grazie all’applicazione e all’impegno profusi nel settore della sicurezza informatica.

Il nostro punteggio
Clicca per lasciare un voto!
[Totale: 0 Media: 0]

Sull'autore

Lorenzo Moretti

Lorenzo Moretti è un pioniere delle criptovalute in Italia, la cui carriera decolla dopo aver scoperto il paper di Satoshi Nakamoto nel 2008. Da studente universitario con una forte passione per matematica e tecnologia, Lorenzo approfondisce lo studio del Bitcoin, posizionandosi tra i primi investitori italiani in questa criptovaluta. La sua visione anticipata gli consente di accumulare un notevole portafoglio di criptovalute ben prima che queste catturassero l'interesse del grande pubblico. Negli anni, Lorenzo si afferma come un'autorità nel settore delle criptovalute, guadagnandosi un riconoscimento internazionale attraverso partecipazioni a conferenze, collaborazioni con startup blockchain e contributi a progetti di ricerca all'avanguardia. La sua fama nel settore è alimentata dalla capacità di anticipare le tendenze di mercato e ottenere investimenti di successo. Oltre a concentrarsi sugli investimenti, Lorenzo dedica tempo all'educazione finanziaria relativa alle criptovalute, autore di articoli e guide volti a demistificare l'argomento per un pubblico vasto. La sua traiettoria dimostra come la passione, il sapere e la determinazione possano trasformare un interesse personale in una carriera di spicco nel dinamico mondo delle criptovalute.