Innovazione e startup

Il lavoro stenta ma le start up funzionano

Scritto da Lorenzo Moretti

Il mercato del lavoro italiano stenta a decollare, mostra tassi molto bassi di forza lavoro occupata e dati controversi sull’occupazione giovanile. Mai come in questi mesi la stampa diffonde dati difficili da interpretare, perché un giorno l’occupazione sembra essere ripartita alla grande, mentre l’altro pare ferma ai livelli di crisi. C’è confusione, indubbiamente, sia da parte della stampa italiane che da quella estera ma una cosa è sicura: le start up se la passano bene e il nuovo modo di fare impresa è un modello in grado di generare occupazione qualificata e di proporre condizioni professionali di elevato livello, talvolta migliori rispetto a quelle degli altri paesi del mondo.

Questa condizione favorevole per l’Italia è avvallata dai dati che interessano la partecipazione delle persone agli eventi di recruiting nell’universo delle start up. Si tratta di cifre una crescita come quelle che sono state registrate all’evento Startups Looking 4 Talents che è stato organizzato dall’acceleratore di impresa Luiss Enlabs. I dati dei partecipanti sono risultati davvero notevoli, perché sono oltre 600 i giovani che hanno risposto all’appello di venti aziende innovative in cerca di talenti da inserire in posizioni molto diverse, dal Marketing e Comunicazione allo sviluppo, la Business Development fino al settore Creative. I giovani accorsi, studenti, laureati e laureandi, hanno potuto incontrare le aziende e lasciare il curriculum vitae, quindi fare dei colloqui one to one e presenziare alle presentazioni dei Ceo e dei fondatori di alcune delle start up più interessanti e vivaci del paese come Soundreef e Moovenda.

L’occupazione secondo le start up: un po’ di cifre

A conti fatti e dati alla mano, le start up cercano forza lavoro. Si tratta di circa 70000 realtà attive nel parse che impiegano 30mila persone e che hanno segnato un incremento in termini occupazioni del 47.5% rispetto ai dati che erano stati raccolti nel 2015. La stessa Luiss Enlabs ha dichiarato che questi dati sono in crescita e alla conclusione del 2017 il risultato raggiunto in termini occupazionali sarà molto interessante.

Le start up vengono quindi lette come delle officine digitali, come dei veri e propri cantieri e anche come dei ferventi scopritori di talenti. Sì, perché questo è il gioco forza delle imprese innovative: il legame con il mercato ‘tradizionale’ e la diffusione o l’espansione di attività classiche, che grazie all’operato delle start up possono crescere, prosperare e quindi generare forza lavoro. Gli esempi più classici possono essere ricercati nelle app di sharing, che permettono di far lavorare alberghi, strutture turistiche, ristoranti e chi più ne ha più metta, ma anche nelle app che incrociano l’offerta die piccoli artigiani con la ricerca delle persone. E ancora, la scoperta può interessare i talenti del domani e le aziende che lavorano con cura, che potrebbero diventare le protagoniste dei mercati del futuro.

Un esempio arriva dritto dritto dall’Italia e dalla start up Wineowine. Questa impresa innovativa si occupa di scovare i migliori produttori di vino del paese, che producono prodotti di eccellenza ma non sono bravi a darsi visibilità. Wineowine sta mettendo in piedi un vero e proprio network di professionisti del vino che gira l’Italia assaggiando i prodotti locali e puntando su quelli più interessanti e qualitativi. Alla base di questo operato ci sono ancora una volta i dati, perché L’Istat rivela che in Italia vi sono più di 100mila produttori vinicoli, dove il 95% è di piccole dimensioni. Si tratta di un bacino importante, che grazie al lavoro di scoperta della start up potrebbe cambiare il volto del mercato vinicolo italiano, espanderlo e quindi portare al paese forza lavoro ed elevati livelli di occupazione.

La start up che entrerà alla Silicon Valley

La Silicon Valley è il modello per tutte le start up del mondo, perché in questa terra è nata questo modello di impresa. Un’azienda innovativa italiana riuscirà a coronare il suo sogno e a sbarcare in California partecipando a Thirve AgTech, l’acceleratore di riferimento a livello internazionale nel settore dello smartfood e dell’agritech. Si tratta dell’impresa padovana Ez Lab, accolta fin dalla sua nascita dall’incubatore dell’Università di Padova Start Cube e che sarà l’unica impresa italiana fra le 10 ammesse per il 2017 al programma di accelerazione di otto settimane con fondo di investimento di 100mila dollari.

EzLab potrà partecipare a un percorso di incubazione di eccellenza e presentare il suo progetto di fronte a una platea alquanto speciale. Si tratta del Forbes AgTech Summit, evento che ogni anno riunisce investitori e player internazionali del settore dell’agricoltura. L’impresa padovana potrà quindi contare su una visibilità di alto livello e portare il suo interessante progetto sotto l’occhio critici degli investitori. Si tratta di una piattaforma pensata per la gestione delle aziende agricole e di uno strumento collegato, che permette di tracciare la produzione garantendo la sicurezza alimentare del prodotto finale. L’app collegata permette di rendere accessibili al consumatore o al grossista tutte le informazioni relative alla produzione quali i trattamenti che sono stati effettuati e le precise quantità di raccolto. Una tracciabilità completa quindi, che facilita al contempo l’assolvimento dell’obbligo di legge di compilare registro dei trattamenti agricoli.

L’app crea una sorta di ‘cartella clinica’ dei prodotti agricoli e disegna tutti i passaggi della filiera dal campo allo scaffale del supermercato. In due parole: sicurezza e tracciabilità, per un modello che può essere esportato in tutti i paesi del mondo e favorire non solo i produttori, ma gli stessi consumatori a comprendere cosa stanno scegliendo di portare in tavola.

Non stupisce comprendere che il modello di impresa innovativa padovana stia per volare verso la California e abbia attratto l’interesse degli investitori internazionali. Questo è il giusto passo che ogni impresa innovativa dovrebbe compiere, incubarsi con i big che ce l’hanno fatta e proporsi davanti agli investitori e ai player che, con le loro importanti risorse, possono accelerare la start up e trasformarla in impresa a tutti gli effetti. Da qui all’incremento occupazionale il passo è breve e dimostra ancora una volta che il modello di impresa innovativa può significare molto in termini di economia e di occupazione per l’Italia intera.

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Sull'autore

Lorenzo Moretti

Lorenzo Moretti è un pioniere delle criptovalute in Italia, la cui carriera decolla dopo aver scoperto il paper di Satoshi Nakamoto nel 2008. Da studente universitario con una forte passione per matematica e tecnologia, Lorenzo approfondisce lo studio del Bitcoin, posizionandosi tra i primi investitori italiani in questa criptovaluta. La sua visione anticipata gli consente di accumulare un notevole portafoglio di criptovalute ben prima che queste catturassero l'interesse del grande pubblico. Negli anni, Lorenzo si afferma come un'autorità nel settore delle criptovalute, guadagnandosi un riconoscimento internazionale attraverso partecipazioni a conferenze, collaborazioni con startup blockchain e contributi a progetti di ricerca all'avanguardia. La sua fama nel settore è alimentata dalla capacità di anticipare le tendenze di mercato e ottenere investimenti di successo. Oltre a concentrarsi sugli investimenti, Lorenzo dedica tempo all'educazione finanziaria relativa alle criptovalute, autore di articoli e guide volti a demistificare l'argomento per un pubblico vasto. La sua traiettoria dimostra come la passione, il sapere e la determinazione possano trasformare un interesse personale in una carriera di spicco nel dinamico mondo delle criptovalute.