Innovazione e startup

Nasce il manifesto per il sostegno dell’innovazione

Un’azione di sistema: questo è ciò che 7 associazioni italiane impegnate nell’universo delle start up si sono proposte di riassumere e di descrivere nel primo manifesto delle associazioni al sostegno dell’innovazione. La filiera di provenienza interessa, quindi, il sostegno e il finanziamento delle start up e si tratta di sette nomi importanti, quali APSTI, AIFI, Italia Startup, IBAN, Endeavor, Roma Startup e PNICube. La coordinazione si è prefissata lo scopo di redigere un manifesto unitario e ricco di proposte concrete, al fine di aiutare il paese nella crescita e nello sviluppo economico, nonché nel colmare il gap di sviluppo che caratterizza le imprese italiane rispetto all’universo estero. La volontà è di generare un ambiente favorevole allo sviluppo nella sua totalità, abile nel creare progetti di respiro internazionale e quindi nell’attrarre capitali e talenti, basi senza le quali l’innovazione non può avere luogo nel Bel Paese.

I responsabili delle associazioni coinvolte hanno impiegato il termine ‘manutenzione evolutiva‘, descrivendo una serie di azioni che si propongono di fare seguito al primo passo compiuto nel 2012 con il Decreto Crescita 2.0. Il Decreto consisteva, infatti, in una serie di leggi che al tempo si era proposta di rendere gli operatori e lo stesso mercato sensibili agli importanti termini del rinnovamento tecnologico e della crescita del settore produttivo. Il decreto è stato quindi considerato dai responsabili firmatari come un vero e proprio punto di partenza, perché secondo le associazioni è arrivato il tempo di affrontare a viso aperto la manutenzione degli interventi, di snellirli e di riportarli ad una realtà che si è evoluta negli ultimi anni e che, oggigiorno, merita di essere rivista e considerata in ottica contemporanea.

Il manifesto scritto e firmato si propone quindi una base precisa, che contiene indicazioni per consolidare tutte le iniziative di legge che sono già in essere, dove le stesse sono interpretate e proposte in modo coerente rispetto al Piano Industria 4.0 che è già stato avviato con la Legge di Stabilità.

Manifesto per l’innovazione: il contenuto

Le associazioni firmatarie hanno di base individuato quattro macro-aree di interesse:

  • i talenti;
  • i capitali;
  • le semplificazioni;
  • l’exit.

La prima area, quella dei talenti, si concentra sul perfezionamento dei sistemi dei visti e sulla necessità di semplificare la contaminazione attiva e proficua fra l’universo della ricerca e il mondo del lavoro, nonché fra la stessa ricerca e la realizzazione di impresa. Un esempio rilevante è la volontà di tutelare dal punto di vista lavorativo i ricercatori che scelgono di avviare una start up in Italia.

L’area dei capitali si rivolge quindi al potenziamento degli incentivi fiscali che sono attualmente in essere. I termini vanno ricercati nella durata e nell’incisività, perché lo scopo è di aumentare le fonti di capitale di rischio per le nuove imprese e la flessibilità che interessa la regolamentazione degli schemi di investimento che interessano i progetti seed e preseed. Al giorno d’oggi, tali progetti sono infatti sottoposti a delle rigidità legislative che non ne permettono la sostenibilità e che scoraggiano con frequenza chi desidera fare impresa nel paese.

L’area semplificazione del manifesto per l’innovazione guarda quindi al tentativo di ridurre fino allo zero gli oneri per chi desidera far nascere una start up, quindi di azzerare i costi del ‘tentativo d’impresa’ dando vita a regimi alternativi, da ricercare nello studio di soglie di fatturato annuo o di patrimonializzazione massima sotto alle quali non applicare l’imposizione fiscale più classica.

I tentativi di impresa potrebbero essere esenti dagli adempimenti fino a che l’azienda non dimostra di essere meno precaria, quindi più stabile e in grado di pagare una tassazione più importante perché matura dal punto di vista economico e strutturale. Il manifesto propone a questa voce la volontà di ribaltare l’ottica e la concezione delle nuove start up, perché i soggetti interessati devono, in questo caso, essere letti come strumenti di sviluppo e non come basi dalle quali trarre tassazione. Invertendo il concetto si può, infatti, permettere agli incubatori di impresa di generare guadagno e di essere pronti in futuro ad assorbire una tassazione più corposa.

E infine l’area exit si concentra su un incentivo fiscale basato sul ciclo virtuoso di valore. Crescendo, la start up può infatti attrarre investitori o essere, a sua volta, appetibile per l’acquisizione da parte di grandi aziende. Questo approccio permetterebbe di mantenere in Italia le menti, le tecnologie e le imprese, senza correre il rischio tangibile di una migrazione verso paesi esteri, dove la tassazione è più semplice e meno corposa e dove lo spazio di crescita è garantito da leggi e incentivi maggiori e continui nel corso del tempo.

Manifesto per il sostegno dell’innovazione: uno strumento da scoprire

Una tassazione agevolata, la creazione di cicli virtuosi di sostegno e la volontà di aiutare chi desidera fare impresa nel presente con un supporto continuo sono le basi pratiche che fanno seguito alle leggi già in essere e che si propongono indispensabili per lo sviluppo delle start up secondo le associazioni di categoria firmatarie del manifesto.

L’adozione di queste proposte è una tappa fondamentale che il Governo è invitato a valutare, per permettere che lo sviluppo avvenga, ma soprattutto per arginare fenomeni di fuga dei cervelli. Si tratta, infatti, di situazioni più volte viste e riportate, che inducono le menti più brillanti a lasciare il paese, in nome di un ambiente professionale più completo e di un guadagno che permette loro di vedere giustamente valutate le loro competenze e la bravura professionale. I guadagni derivati potrebbero restare in Italia piuttosto che alimentare le casse di altri paesi, in termini di tassazione futura e soprattutto di generazione di sbocchi professionali. Le start up italiane ben aiutate potrebbero, infatti, trasformarsi da incubatori di impresa a grandi società, generando nuovi posti di lavoro in futuro e mantenendo un elevato grado di tecnologia nel paese, una realtà già raggiunta da altri Stati che hanno saputo aiutare e avvantaggiare gli incubatori nella prima e più difficile fase della loro esistenza: quella di avvio dell’attività di impresa.

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Sull'autore

Lorenzo Moretti

Lorenzo Moretti è un pioniere delle criptovalute in Italia, la cui carriera decolla dopo aver scoperto il paper di Satoshi Nakamoto nel 2008. Da studente universitario con una forte passione per matematica e tecnologia, Lorenzo approfondisce lo studio del Bitcoin, posizionandosi tra i primi investitori italiani in questa criptovaluta. La sua visione anticipata gli consente di accumulare un notevole portafoglio di criptovalute ben prima che queste catturassero l'interesse del grande pubblico. Negli anni, Lorenzo si afferma come un'autorità nel settore delle criptovalute, guadagnandosi un riconoscimento internazionale attraverso partecipazioni a conferenze, collaborazioni con startup blockchain e contributi a progetti di ricerca all'avanguardia. La sua fama nel settore è alimentata dalla capacità di anticipare le tendenze di mercato e ottenere investimenti di successo. Oltre a concentrarsi sugli investimenti, Lorenzo dedica tempo all'educazione finanziaria relativa alle criptovalute, autore di articoli e guide volti a demistificare l'argomento per un pubblico vasto. La sua traiettoria dimostra come la passione, il sapere e la determinazione possano trasformare un interesse personale in una carriera di spicco nel dinamico mondo delle criptovalute.