Come abbiamo anticipato nelle nostre analisi precedenti, d’ora in poi l’attenzione dei principali analisti Forex sarà incentrata quasi esclusivamente sulle tappe di avvicinamento al rialzo tassi Fed, il vero e proprio evento di riferimento per quanto concerne il mercato valutario di fine anno. Logico, pertanto, seguire con un po’ di passione l’evoluzione di dichiarazioni e dati macro che nel corso dei prossimi giorni andranno a rendersi più chiari ed evidenti sul territorio a stelle e strisce.
Dichiarazioni Fed
Per quanto attiene le prime, notiamo positivamente che oramai il flusso di discorsi dei membri della Federal Reserve prosegue con un buon ritmo continuo e senza modificare le posizioni dei singoli partecipanti riguardo all’opportunità di un rialzo. Tra le dichiarazioni di maggiore rilievo, riportiamo quella di Williams (San Francisco Fed) che si è detto a un rialzo immediato dei tassi di riferimento, e di essere convinto che l’economia può tollerare una mossa sui fed funds (a novembre). Williams ha aggiunto che ulteriore calo della disoccupazione verso il 4,5% darebbe una “sana spinta” all’inflazione, ma una discesa al disotto di quel livello aumenterebbe i rischi di surriscaldamento che potrebbe portare a una recessione. Margini di intervento anche per Kashkari (Minneapolis Fed) che in un’intervista delle ultime ore ha segnalato che l’economia statunitense ha ancora spazio prima di essere in una situazione di surriscaldamento. Sicuramente interventista sul fronte tassi anche Mester (Cleveland Fed), che ha dichiarato che le condizioni del mercato del lavoro e lo scenario dell’inflazione giustificano un rialzo dei tassi. Dichiarazioni che, comunque, non sono stupefacenti: Mester era uno dei dissenzienti alla riunione di settembre (avrebbe voluto un rialzo dei tassi già in questa occasione), ed ha ripetuto ora pubblicamente che se si continua a ritardare mentre si fanno ulteriori progressi sull’obiettivo di inflazione e i mercati del lavoro continuano a restringersi, si rischia di dovere attuare un sentiero di policy significativamente più ripido in futuro”. George (Kansas City Fed) ha infine fornito una valutazione positiva dello scenario economico e ribadito che la Federal Reserve deve alzare i tassi, gradualmente ma senza esitare. Anche in questo caso non si tratta di dichiarazioni sorprendenti, considerato che George era uno dei dissenzienti alla riunione di settembre.
Dati macro
Le dichiarazioni di alcuni membri Fed arrivano contemporaneamente alla buona soddisfazione riscontrata con le ondate di pubblicazioni degli ultimi dati macro relativi al mese di agosto. Nel dettaglio, gli ordini di beni durevoli nell’ottavo mese di agosto hanno sorpreso verso l’alto con una variazione nulla contro consenso negativo per 1,5%, sebbene il dato di luglio sia stato rivisto verso il basso (+3,6% mese su mese da 4,4% su base mensile). Al netto dei trasporti gli ordini calano di -0,4% mese su mese, dopo +1,1% su base mensile. Gli ordini nel segmento trasporti sono in rialzo di 0,6%su base mensile grazie principalmente al buon traino fornito dal comparto auto (+0,7% mese su mese) e nonostante la contrazione dell’aeronautica civile (-21,7% sul mese, dopo +73,7% su base mensile a luglio). L’aggregato per i beni capitali al netto di difesa e aerei aumenta di 0,6% mese su mese, per il terzo incremento consecutivo, mentre nel segmento dei beni capitali per difesa la variazione è di 23,6% su mese, secondo ampio aumento consecutivo, dopo due dati deboli a maggio e giugno. Le scorte sono in aumento di 0,1% su base mensile, dopo +0,4% mese su mese, e puntano a un probabile contributo positivo del magazzino alla crescita estiva, dopo il forte calo del 1° semestre. Le consegne di beni capitali ex-difesa e aerei calano di -0,4 punti percentuali su base mensile, per la quarta contrazione consecutiva e segnalano ancora debolezza per gli investimenti fissi non residenziali del 3° trimestre. Tuttavia le informazioni sugli ordini di beni capitali danno indicazioni incoraggianti per una svolta in territorio positivo nel 4° trimestre.
Con uno sguardo prospettico, per quanto invece concerne i prossimi dati macro in avvicinamento, si stima un deficit della bilancia commerciale dei beni in ampliamento a -62,5 miliardi di dollari, dopo la riduzione vista a luglio (a -58,8 miliardi di dollari). Il livello del deficit dei beni dovrebbe restare al di sotto di quello visto nel 2° trimestre, segnalando un probabile contributo positivo del canale estero alla crescita nel 3° trimestre. Le importazioni dovrebbero rimbalzare dopo il calo di -1% mese su mese a luglio, anche alla luce dell’aumento delle scorte. Le esportazioni dovrebbero invece essere deboli, sia per un effetto prezzo (prezzi all’export in calo) sia in termini reali (l’aumento molto forte di luglio difficilmente è sostenibile). Infine, si attende la stima finale del PIL del 2° trimestre, che secondo gli analisti potrebbe mostrare una revisione verso l’alto della crescita a 1,5% trimestrale su trimestre dello scorso anno, contro 1,1% della seconda stima. La revisione dovrebbe essere causata essenzialmente da una crescita più forte dei consumi personali.