Pubblicato: 15 Settembre 2016 di Roberto Rossi
Si è appena conclusa l’attesa riunione della Banca centrale d’Inghilterra (BoE, Bank of England), al cui interno non sono certamente salite alla ribalta delle sostanziali novità rispetto a quanto era lecito attendersi in tempi meno sospetti. Cerchiamo di comprendere quali siano state le valutazioni compiute dalla BoE, e che cosa potrebbe ora accadere.
Tutto invariato
Cominciamo con il ricordare che la BoE, nel meeting odierno, ha scelto di mantenere invariato sia il costo del denaro allo 0,25 per cento (un livello raggiunto lo scorso agosto, in seguito alla volontà di Carney di reagire con maggiore prontezza agli effetti Brexit scaturiti dopo il referendum del 23 giugno) che il programma di acquisto titoli APF (Asset Purchase Facility), il cui target APT (Asset Purchase Target) è salito a 435 miliardi di sterline dai precedenti 375 miliardi. Oltre a tale scelta, ampiamente attesa, ha rispettato gli auspici anche la modalità con cui è stato raggiunto il traguardo: i membri del Board hanno infatti votato la riconferma della posizione all’unanimità, confermando i 10 miliardi di sterline di obbligazioni societarie e i 60 miliardi di titoli di stato.
Nel comunicato a margine della riunione c’è anche uno sguardo aperto verso il futuro: la maggioranza dei membri BoE ha infatti dichiarato di attendersi di dover sostenere un ulteriore taglio dei tassi già in una delle prossime riunioni e probabilmente entro fine anno. Anche questo non costituisce certo una sorpresa: avevamo già ipotizzato come tale riunione sarebbe stata per lo più transitoria, poiché i membri BoE, prima di intraprendere ulteriori mosse, desiderano comprendere su un più ampio spettro temporale, quali sono gli effetti delle proprie iniziative estive.
Una situazione che migliora
Il pacchetto di misure annunciate dalla BoE nella propria riunione di agosto ha portato a una concreta e maggiore spinta per le attività nel Regno Unito. I tassi di interesse a breve e a lungo termine sono infatti notevolmente calati dopo l’annuncio, e sono evidenti i benefici anche sul fronte delle obbligazioni societarie e dei corsi azionari. Molte banche hanno conseguentemente annunciato dei tagli dei tassi di interesse applicati ai mutui a tasso variabile allineandosi, di fatto, alle scelte sui tassi dettate dall’istituto centrale. Naturalmente, lo scenario sopra delineato non è privo di margini di incertezza e di timore: se infatti, almeno per il momento, i più temuti effetti della Brexit sembrano essere “rientrati” proprio grazie alla prontezza della BoE, è anche vero che gli stessi effetti negativi potrebbero presentare il conto più sul medio termine, e che sarebbe comunque errato tirare i remi in barca proprio in questo momento.
Di fatti, non è certo un caso che a fronte delle reazioni incoraggianti di cui sopra, il comitato della BoE abbia più volte precisato la propria intenzione di rimanere vigile sulle variazioni dei tassi di interesse per imprese e famiglie, valutando se intervenire ulteriormente.
Nuove stime
Una parte del meeting è poi stato impegnato dalla necessità di poter formalizzare la pubblicazione delle nuove stime macro curate dallo staff BoE. Dopo la pubblicazione dell’Inflation Report di agosto, contenente la valutazione più dettagliata circa le prospettive economiche, la BoE ha stimato che il Regno Unito possa vedere un rallentamento della crescita da qui a fine anno, sulla base dei dati raccolti dopo l’intervento di agosto. Rimane invece certamente più incerto lo scenario per il 2017, con la Banca centrale inglese che si riserva di esprimere previsioni più precise quando avrà una serie di dati macroeconomici più rilevanti e valutato l’efficacia delle misure poste in campo.
Ancora nello stesso Inflation Report di agosto, si osservava come gli investimenti in abitazioni fossero attesi diminuire sul finale del 2016, mentre la crescita dei consumi fosse attesa rallentare in modo più graduale, così come il reddito reale delle famiglie. Valutazioni che sono state confermate e che, nel complesso, si accompagnano al possibile rallentamento della spesa delle imprese, in maniera più netta rispetto a quanto non accada sul fronte della spesa dei consumatori: proprio per tale determinante, la BoE ha deciso di intervenire prontamente a sostegno delle famiglie.
Infine, per quanto attiene l’inflazione, l’indice dei prezzi al consumo è rimasto allo 0,6 per cento, nel mese di agosto, inferiore a quello previsto al momento dell’Inflation Report e ben al di sotto dell’obiettivo di inflazione del 2 per cento. Tale target è piuttosto arduo da raggiungere, ma la BoE continua a sostenere che l’obiettivo potrà essere conseguito prima del previsto e, probabilmente, già nella prima metà del 2017. Infine, sul miglioramento dei dati macroeconomici avvenuto nelle ultime settimane, la BoE si riserva una valutazione più approfondita della situazione nella revisione delle previsioni macroeconomiche in calendario per il meeting di novembre.