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Berlino, l’attentato “spinge” i movimenti populisti?

Pubblicato: 21 Dicembre 2016 di Roberto Rossi

In Germania, così come sta accadendo in diverse democrazie avanzate del vecchio Continente, sta aumentando in modo significativo il sostegno per partiti populisti o, comunque, per quelle forze politiche che alimentano la contrapposizione tra il “popolo” e una “elite” accusata costantemente di perseguire i propri interessi a discapito di quelli degli altri.

Tralasciando le valutazioni di convenienza di tale sintesi, appare evidente come, sebbene il substrato che alimenta il malcontento stia variando da Paese a Paese, si possano riscontrare alcuni elementi che ricorrono con frequenza: si pensi all’incremento della diseguaglianza nella distribuzione del reddito, alla maggiore precarietà della condizione sociale e lavorativa, al peggioramento delle prospettive di reddito, all’insicurezza per i mutamenti del contesto socio-demografico, e così via.

Un malcontento generale, diffuso e profondo, che non è più intercettato – come avveniva in passato – da movimenti sindacali o partiti comunisti (in contrapposizione di classe a quelli socialisti o social democratici, popolari o conservatori) bensì da forze radicali e – appunto – interessate a generare un contrasto di popolo / elite, inseritesi laddove la percezione dei partiti di centro sinistra è troppo simile a quelli moderati di destra, a loro volta divenuti più progressisti su tematiche sociali.

Il recente attentato di Berlino potrebbe acuire ulteriormente le spaccature nella società tedesca, e rendere più difficili i compiti della cancelliera Angela Merkel. Vediamo perchè.

La situazione in Germania

In Germania, così come già anticipato per la generalità delle realtà europee, la crisi dei partiti tradizionali sta riducendo progressivamente la possibilità di avere un’alternanza al governo fra SPD e i popolari di CDU-CSU. La ricandidatura della moderata Angela Merkel rende meno probabile l’accesso al governo dei populisti di destra di Alternative für Deutschland (AfD), che nei sondaggi viaggiano oltre il 10 per cento, ma in compenso potrebbe lasciare insoddisfatta la componente più conservatrice dell’elettorato cristiano – democratico.

Non sono comunque escluse delle sorprese per le sorti della cancelliera, i cui consensi nel corso dell’ultimo anno sono precipitati a causa principale del disagio per i massicci flussi migratori in entrata. Per averne contezza, bisogna cercare, almeno per un momento, di calarsi nel territorio tedesco: le analisi effettuate da alcuni istituti di ricerca internazionale ci dicono infatti che in Germania la percezione di “timore” per la gestione dei flussi è notevolmente più elevata rispetto a quanto non avvenga in altri Paesi, Francia e Regno Unito inclusi. Il recente attentato berlinese, le ipotesi che gli artefici fossero radicati nel tessuto alimentato dai profughi e il conseguente clima di contrapposizione sociale, potrebbero acuire le difficoltà della Merkel nel gestire l’evoluzione del contesto.

Ad ogni modo, per il momento CDUCSU è pur accreditata del 30-33 per cento dei consensi, mentre SPD è vista reggere il suo 22 per cento, garantendosi fermamente lo status di unici partiti in grado di costituire una maggioranza di governo. Una possibile alternativa è quella di una coalizione fra popolari, verdi e FDP, ma potrebbe non avere il conforto dei numeri. Non è però da escludersi che il ripetersi di governi di larghe intese possa rappresentare un altro problema per ambedue i maggiori partiti, perché tende ad annullare le differenze agli occhi degli elettori e può favorire il travaso dei voti a vantaggio di chi sta fuori.

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Sull'autore

Roberto Rossi

Perito Informatico ma appassionato del trading online con i CFD. Mi occupo di stesura articoli sul trading online, CFD e forex.