I disturbi dell’apprendimento, chiamati anche Dsa, si riferiscono alla dislessia, alla discalculia, alla disortografia e alla disgrafia. Si tratta, come suggerisce il nome, di disturbi e non di sindromi, tanto meno di malattie. Per comprendere se questi disturbi sussistono vengono fatti degli appositi test, ai quali segue la diagnosi che rivela se i bambini, ma anche le persone adulte, hanno problemi a livello neuropsicologico, emotivo e cognitivo.
Di grande rilevanza e attualità è il tema dei Disturbi dell’Apprendimento, perché molto spesso il legame con la scuola e con le relazioni sociali è intenso. Si tratta, infatti, di un campo ancora poco conosciuto e che può far nascere fraintendimenti a livello sociale e nei rapporti relazionali fra gli stessi bambini. Le scuole e molte istituzioni hanno cercato, nel corso degli anni, di sensibilizzare la popolazione sui disturbi dell’apprendimento, sulla loro natura reale e anche sulle metodologie di correzione che possono essere applicate. Lo scopo è di illuminare l’opinione pubblica su ciò non è una malattia, ma un disturbo che merita di essere conosciuto. Di grande interesse è l’ultima iniziativa organizzata dall’Associazione Italiana Dislessia dal nome ‘Dislessia Amica‘, la quale è stata creata in collaborazione con il MIUR con la sponsorizzazione di Tim e che si occupa di sensibilizzare le persone nelle scuole riguardo a questa tematica.
Il ruolo delle start up nei disturbi dell’apprendimento
Finora non sono state molte le start up impegnate nel campo dei disturbi dell’apprendimento, ma ve ne sono alcune che lavorano per generare dei sistemi innovativi, che sanno aiutare i bambini e le famiglie a risolvere i problemi che derivano da questi disturbi.
Tutto può iniziare con la start up Milanese App42 S.r.l., la quale ha avviato l’interessante progetto Finger Taks. Si tratta di due applicazioni che si propongono di rispondere alle esigenze dei bambini con Dsa. La prima si chiama Aritmeticando ed è un’applicazione che aiuta i piccoli ad avvicinarsi al mondo della matematica con video, immagini e con contributi audiovisivi mirati, che permettono ai piccoli di favorire le capacità di comprensione, nonché la memorizzazione dei concetti. La seconda app creata dalla start up milanese si chiama Immaginario ed è dedicata a chi soffre di disturbi dell’apparto cognitivo e di autismo. L’app organizza l’agenda quotidiana del bambino impiegando un apposito vocabolario di immagini, che sono personalizzabili e quindi adatte alle diverse casistiche. Le app possono essere impiegate a scuola e in famiglia e si propongono entrambe di unire l’aspetto educativo a quello ludico.
Stesso scopo per la start up Digitally Different che ha realizzato un tablet personalizzato per i bambini dislessici: EdiTouch. Interessante la genesi di questo strumento, inventato da Marco Iannone, un ingegnere informatico che ha il figlio con problemi di dislessia. Iannone ha parlato con insegnanti, medici e logopedisti, nonché con genitori che avevano il suo stesso problema. Dopo avere raccolto tante informazioni ha fondato la start up Digitally Different. Il progetto si rivela di grande interesse, perché all’interno del tablet si possono trovare applicazioni appositamente studiate per favorire l’apprendimento dei bambini che mostrano questo problema. Le app aiutano i piccoli a comprendere gli argomenti che sono stati trattati a scuola, a creare mappe concettuali e a trasformare il testo scritto in parlato. EdiTouch ha dimostrato di essere utile e fruibile e ora coinvolge circa 400 studenti fra i 9 e i 16 anni in Italia.
Le start up creano gioielli di tecnologia
Nel caso dei disturbi dell’apprendimento, gli strumenti devono vincere una doppia sfida, ovvero tenere conto della problematica che sta alla base dei Dsa e affrontarla per i bambini, che ne sono i fruitori principali. Un progetto di grande interesse può essere ricercato nella start up Bee3ee, che si occupa di aiutare i bambini dislessici nella fase di lettura e di comprensione dei testi. In che modo? Grazie a un’applicazione che sfrutta il lavoro sinergico dei piccoli, dei genitori e degli educatori nella comprensione dei testi.
E ancora, fra le aziende più meritevoli merita di essere citata I bambini Contano, un’app che è stata promossa da HPNR Onlus e realizzata in collaborazione con la Fondazione Vodafone Italia e il Gruppo Sole 24 Ore. In questo caso l’app contiene dei metodi alternativi per l’insegnamento della matematica ed è dedicata ai piccoli che hanno problemi di discalculia, impiegando una tavola pitagorica dinamica. L’app si propone decisamente utile perché affronta un argomento raramente toccato dagli stessi educatori, ovvero le difficoltà che i piccoli dimostrano nello svolgimento dei compiti per casa. L’app potenzia quindi la mente, aiutando i ragazzi a ricordare le diverse combinazioni di numeri e impiega la calcolatrice come un vero e proprio strumento per potenziare la memoria in funzione delle operazioni di calcolo.
Start up e salute: da ove arrivano i fondi
Il ciclo vitale di una start up si basa su un primo periodo di incubazione e sul successivo sviluppo, che solitamente avviene grazie alla partecipazione di fondi e di investitori. Nei casi di start up impegnate in ambiente medico, le cose possono però complicarsi, soprattutto se vengono toccate delle ‘nicchie’ come le persone che soffrono di disturbi dell’apprendimento. In questo caso diventa importante la partecipazione di gruppi che si occupano della promozione e che si impegnano a sostenere l’attività di ricerca che sta alla base del progetto tecnologico. Al contempo, è importante che lo stesso Miur si ponga alla base del progetto con riconoscimenti e con investimenti, perché tutte le innovazioni inventate dalle start up possano trovare impiego e riscontro in ambiente scolastico. I disturbi dell’apprendimento meritano, infatti, di essere trattati non solo a casa con il contributo dei genitori, ma a scuola, in un periodo di tempo molto ampio che vede il bambino impegnato nell’apprendimento delle diverse materie.
Ecco che l’aiuto del Miur può diventare prezioso e aprire la ricerca a nuove forme tecnologiche di aiuto, che non solo velocizzano il percorso di apprendimento ma lo facilitano, aiutando gli stessi operatori a svolgere un lavoro completo, a disposizione delle famiglie e pensato per il bene dei bambini che dimostrano questi specifici disturbi dell’apprendimento.