Investimenti

FCA precipita in Borsa: falsati i dati sulle emissioni?

Brutte notizie per FCA, finita nel mirino dell’EPA (l’Agenzia per la protezione ambientale statunitense): stando all’authority a stelle e strisce, infatti, la casa automobilistica italo-canadese potrebbe aver falsato i dati sulle emissioni, in maniera simile (ma non uguale) a quanto già realizzato da Volkswagen, finita al centro del noto dieselgate. Il risultato? FCA precipita in Borsa, rischia 4,6 miliardi di dollari di multa e un danno di immagine duraturo, a pochi giorni di distanza dall’apertura del salone di Detroit, nel quale l’amministratore delegato Sergio Marchionne aveva anticipato la volontà di investire un miliardo di dollari negli Stati Uniti entro il 2020.

Un fulmine a ciel sereno

La notizia è stata riportata dall’agenzia di stampa Associated Press, ottenendo subito un enorme risalto. L’agenzia cita a sua volta alcune fonti interne all’EPA che, a quel punto, non ha potuto far altro che confermare lo svolgimento delle indagini a carico di FCA e, di conseguenza, di aver notificato alla compagnia automobilistica le violazioni del Clear Air Act, le norme sulle emissioni, su circa 104 mila veicoli. Nella stessa nota, l’EPA ha poi precisato che FCA potrebbe incorrere in sanzioni civili, con una media di 44,5 mila dollari per veicolo e un’ipotesi di valore complessivo fino a circa 4,6 miliardi di dollari.

Quali sono i veicoli coinvolti

Sempre secondo il comunicato formulato dal’EPA, sarebbero stati coinvolti tutti quei veicoli che presenterebbero al loro interno il software che permette emissioni diesel più elevate di quelle standard, ovvero i Jeep Grand Cherokee e i Dodge Ram, con motori diesel 3.0, prodotti negli anni 2014, 2015 e 2016.

Le accuse di EPA

Particolarmente nette le accuse da parte dell’authority statunitense, che accusa FCA di aver schivato le regole e di essere stata scoperta, ricordando poi che non comunicare l’esistenza di un software che influisce sulle emissioni di un’auto è una violazione molto seria della legge. EPA ha poi ribadito che è fondamentale che tutte le case automobilistiche giochino secondo le stesse regole, e che la “scoperta” del comportamento irregolare di FCA è frutto della collaborazione tra EPA e le autorità della California, che dopo il caso Volkswagen si sono impegnate a rafforzare i test.

La replica di FCA

Pronta è stata la replica della casa automobilistica guidata da Sergio Marchionne, che ha reso noto di voler contestare le accuse. Secondo quanto è stato riferito da Cnbc, il top manager intende dimostrare che le emissioni non sono state violate e che per questo motivo desidera collaborare con le autorità e con l’amministrazione Trump, che appena pochi giorni prima aveva speso parole estremamente positive nei confronti della società auto.

Marchionne ha poi ribadito che FCA collabora da tempo con EPA e che non vi sarebbe nulla in comune tra il caso Volkswagen e quello FCA. Il manager ha poi dichiarato che è “curioso” e “spiacevole” che l’EPA abbia deciso di affrontare il caso così pubblicamente, visto e considerato che l’azienda italo canadese è stata avvertita solamente due giorni fa che “qualcosa era in arrivo”, per poi saperlo solo ieri mattina.

Il testo del comunicato

Questo il testo integrale del comunicato FCA:

FCA US è contrariata dal fatto che l’EPA abbia scelto di emettere una “notice of violation” in merito alla tecnologia di controllo delle emissioni impiegata nei motori diesel leggeri da 3.0 litri, modelli 2014-2016, della società.

FCA US intende collaborare con l’Amministrazione subentrante per presentare i propri argomenti e risolvere la questione in modo corretto ed equo, rassicurando l’EPA ed i clienti di FCA US sul fatto che i veicoli diesel della società rispettano tutte le normative applicabili.

I motori diesel di FCA US sono equipaggiati con hardware di controllo delle emissioni all’avanguardia, ivi incluso la tecnologia selective catalytic reduction (SCR). Ogni costruttore automobilistico deve utilizzare varie strategie per controllare le emissioni al fine di realizzare un equilibrio tra le prescrizioni di EPA relative al controllo delle emissioni di ossidi di azoto (NOx) e le prescrizioni relative alla durata, prestazioni, sicurezza e contenimento dei consumi. FCA US ritiene che i propri sistemi di controllo delle emissioni rispettino le normative applicabili.

FCA US ha speso mesi nel fornire una mole di informazioni all’EPA e ad altre autorità governative e in diverse occasioni ha cercato di spiegare le proprie tecnologie di controllo delle emissioni ai rappresentanti dell’EPA. FCA US ha proposto diverse iniziative per risolvere le preoccupazioni dell’EPA, incluso lo sviluppo di estese modifiche del software delle proprie strategie di controllo, che potrebbero essere immediatamente applicate nei veicoli in questione, per ulteriormente migliorarne le prestazioni in termini di emissioni.

FCA US auspica fortemente di poter avere quanto prima la possibilità di incontrare l’enforcement division dell’EPA e rappresentanti della nuova amministrazione, per dimostrare che le strategie di controllo di FCA sono giustificate e pertanto non costituiscono “defeat devices” in base alla normativa applicabile e risolvere prontamente la questione.

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Sull'autore

Roberto Rossi

Roberto Rossi è un professionista con una consolidata carriera nel settore dell'informatica e dei mercati finanziari, distintosi per la sua profonda passione e competenza in entrambi i campi. Laureato in Informatica, Rossi ha iniziato la sua carriera tecnologica con un forte impegno nell'innovazione e nello sviluppo software, contribuendo significativamente a progetti di rilievo nel settore tecnologico.

La sua curiosità intellettuale e la predisposizione alla continua evoluzione professionale lo hanno spinto, circa vent'anni fa, a esplorare con fervore il mondo dei mercati finanziari. Questo nuovo percorso ha segnato l'inizio di una proficua fase della sua carriera, durante la quale Rossi ha approfondito le dinamiche dei mercati globali, specializzandosi in strategie d'investimento e analisi finanziaria. La sua abilità nell'interpretare i dati di mercato e prevedere le tendenze economiche gli ha permesso di ottenere risultati notevoli come investitore e consulente finanziario.

Circa dieci anni fa, Rossi ha ampliato ulteriormente i suoi orizzonti professionali dedicandosi allo studio e all'investimento in Bitcoin e altre criptovalute, anticipando la rivoluzione digitale nel settore finanziario. La sua capacità di integrare le competenze informatiche con la conoscenza finanziaria gli ha conferito una posizione di rilievo nell'ambito della blockchain e delle criptovalute, rendendolo una figura di spicco in questo settore emergente.

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