Pubblicato: 29 Marzo 2021 di Valeria Martalò
Come comunica il fisco con i cittadini? Questa domanda si propone di grande interesse, perché molto spesso può trattarsi di una comunicazione univoca. I cittadini hanno, infatti, molti mezzi a disposizione per dialogare con il fisco, dai portali ufficiali di rappresentanza alle agenzie territoriali dell’Agenzia delle Entrate. Ha fatto scalpore la recente sentenza della Commissione Tributaria di Reggio Emilia che ha dichiarato illegittimo il comportamento del fisco in materia di interrogatori senza preavviso. Analizziamo cosa è successo per comprendere quali sono i diritti dei cittadini in merito e per capire come il fisco dialoga con i suoi contribuenti.
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La sentenza della Corte dichiara illegittime le informazioni carpite senza preavviso
Con la sentenza 38/2/2017, la Corte di Cassazione di Reggio Emilia ha dichiarato illegittime le informazioni carpite dal fisco ai contribuenti senza preavviso. In altri termini, queste informazioni non potranno essere impiegate ai fini dell’accertamento fiscale perché hanno nella pratica violato il principio di buona fede che sta alla base dei rapporti fra lo Stato e i suoi cittadini.
In materia, le regole stabiliscono che il fisco deve informare con il giusto preavviso e mediante l’invio di una raccomandata con avviso di ricevimento o consegnata dalla figura di un messo l’intenzione di dialogare con il cittadino in materia fiscale. Il contribuente ha quindi il diritto di farsi assistere da una terza persona delegata e questo fatto non è una discrezionalità dell’ufficio. A fronte della richiesta del fisco, il contribuente ha quindi la possibilità di fornire una risposta entro e non oltre l’arco temporale di quindici giorni.
Queste sono le basi del dialogo fra fisco e contribuenti e, nel momento in cui le persone addette alla verifica vanno a interrogare il contribuente, egli può legittimamente riservarsi di rispondere entro i 15 giorni previsti dalla legge. Si tratta di una questione importante, perché il contribuente colto alla sprovvista potrebbe dare delle spiegazioni o offrire dei dati imprecisi e fuorvianti. Su questi dati verrebbe in seguito eseguito l’accertamento fiscale, quindi la preparazione del contribuente deve essere massima e precisa per non dare vita a controlli fuorvianti ed errati nel peggiore dei casi. Questa situazione non esclude che nel corso dei controlli l’Agenzia delle Entrate possa chiedere delle informazioni al contribuente, come ad esempio il livello di reddito, i pagamenti che ha effettuato e le movimentazioni che a un primo sguardo possono sembrare poco chiare o trasparenti. Le domande possono quindi essere poste, ma se il tono è insistente allora i verificatori si stanno comportando in modo illegittimo e le informazioni ottenute in questo contesto non possono essere impiegate nella fase di rettifica del reddito.
Gli SMS che avvicinano il fisco ai cittadini
Il caso della sentenza di Reggio Emilia stabilisce una condizione che ha fatto ‘scuola’ e fissato un modus operandi che non era conosciuto ai più, ma che è ora diventato di dominio comune. Non si tratta di una posizione salva furbetti, ma di una regola generale che permette alle persone di stabile concretamente quale è la propria posizione fiscale ai fini dell’accertamento, di arrivare con la documentazione in regola e quindi di salvaguardare tempo e risorse all’Agenzia delle Entrate.
Il fisco è quindi chiamato ad operare con diligenza e i contribuenti a presentare tutte le documentazioni e le informazioni del caso quando vengono interpellati per i controlli fiscali. Ma il fisco ha scelto di seguire anche una strada più semplice e vicina ai cittadini, dialogando con loro con strumenti di nuova generazione quale l’invio dei messaggi sms.
Di cosa si tratta? A seguito dell’invio delle lettere per la compliance, l’Agenzia delle Entrate ha scelto di utilizzare i messaggi di testo per aggiornare i contribuenti in materia di posizione fiscale e per ricordare quali sono i pagamenti da effettuare che si trovano in stato di scadenza. Gli utenti che hanno provveduto alla registrazione sul portale Fiscoonline possono infatti ricevere dei messaggi che informano ad esempio una comunicazione inviata via mail non è stata recapitata o che è arrivato un rimborso che si stava spettando, anche che mancano pochi giorni alla scadenza di un pagamento che deve essere onorato. Il servizio di dialogo via sms può essere attivato in ogni momento dai contribuenti accedendo alla sezione dedicata del portale FiscoOnLine. Le intenzioni di questo servizio guardano al prevenire dimenticanze e distrazioni che possono mettere ‘fuori legge’ i contribuenti e di salvaguardarli da pagamenti più onerosi da onorare in futuro.
SMS che evitano le cartelle
I cittadini che devono denaro al fisco per situazioni di Irpef e redditi relativi agli anni precedenti come i redditi da tassazione separata ricevono dal fisco dei messaggi che li informano della circostanza. I contribuenti possono contattare il call center dell’Agenzia delle Entrate e provvedere a versare la tassazione dovuta senza incappare in interessi di mora o sanzioni se versano le somme entro tenta giorni dal ricevimento del messaggio di testo. In questo modo il fisco vuole evitare che la somma da versare si trasformi in una cartella, che richiederebbe il pagamento di denari supplementari e andrebbe, in ogni caso, ad accumularsi alle tante cartelle esattoriali che l’Agenzia delle Entrate si trova oggigiorno a gestire.
I messaggi di testo serviranno anche per conoscere gli accrediti andati a buon fine. Si tratta di un metodo trasparente di dialogo fra fisco e cittadini, che grazie a un veloce messaggio possono capire di essere in regola se stavano attendendo i rimborsi relativi alla propria situazione fiscale. E infine, i messaggi di testo verranno impiegati per ricordare ai contribuenti le date delle scadenze dei versamenti. Anche in questo caso si tratta di un utile promemoria, soprattutto per le persone che non delegano commercialisti o terze persone della gestione del proprio apparato fiscale. In questo caso il messaggio aiuta a ricordare la datazione dei versamenti e permette ai contribuenti di regolarizzare la propria posizione prima che si trasformi in un mancato pagamento e quindi in una possibile cartella. Lo scopo della messaggistica è un dialogo continuo e presente, una forma di comunicazione fra fisco e contribuente veloce e basilare, che interessa le operazioni più importanti della fiscalità delle persone e delle aziende.