Criptovalute

Hubi è una buona piattaforma per il trading delle criptovalute? Una recensione completa

In questo articolo parliamo di Hubi, una piattaforma che consente l’acquisto e la vendita di criptovalute. Si tratta di una piattaforma apprezzata, benché non sia né la più conosciuta né la più frequentata, comunque in grado di fornire spunti interessanti. Che sia una della migliori alternative a disposizione per chi vuole fare trading con le criptovalute, però, è tutto da vedere. D’altronde, è proprio quello che cercheremo di capire in questo articolo.

Di certo, possiamo già ragionare sulla caratteristica più lampante di Hubi e che potrebbe pesare, e molto, sul giudizio. Hubi è un Exchange, dunque una piattaforma che consente lo scambio reale di criptovalute, il possesso concreto (benché digitale, ovviamente) delle valute virtuali. Hubi, dunque, si espone ai rischi di ogni Exchange, che sono numerosi e impossibili da ignorare, specie se l’esperienza d’uso è finalizzata non tanto al mero possesso di criptovalute, quanto all’investimento speculativo.

Dei rischi connessi agli Exchange avremo modo di parlare nei prossimi paragrafi. Per ora ci limitiamo a offrire un consiglio: se avete intenzione di trarre profitto a breve termine dalle criptovalute, dunque praticando un’attività di trading canonica, dovreste rivolgervi ai broker retail. Il consiglio è di puntare sui migliori, a quelli più famosi (reputazione è sinonimo di qualità, in questo caso). Il riferimento è a eToro, XTB, Trade e XTB.

Si tratta di broker di qualità certificata, ben regolamentati, che si pongono lo scopo di aprire le porte del trading alla gente comune. Lo fanno per mezzo di scelte economiche avvedute, come l’abbassamento del deposito minimo iniziale, la riduzione o addirittura l’azzeramento delle commissioni, la messa a disposizione di strumenti analitici e formativi. In alcuni casi, come in quello di eToro, attraverso servizi innovativi e dalla portata rivoluzionaria (es. Il Copy Trading e il Social Trading). 

Cosa è Hubi

Hubi è una piattaforma Exchange. Ciò significa che chi utilizza Hubi può acquistare e vendere criptovalute quasi fossero valute reali, componendo dunque dei veri e propri portafogli digitali. E’ una piattaforma molto particolare, in quanto presenta alcune variazioni sul tema del classico Exchange, ma per molti versi conserva vantaggi e svantaggi di questo genere di strumenti, nel bene e nel male. Ovviamente, ne parleremo approfonditamente nei prossimi paragrafi.

In quello che segue, però, forniremo alcune indicazioni generali, alcune riguardanti la sua storia e le sue origini. E’ un passaggio necessario per comprendere il contesto in cui è nata e gli scopi per cui è stata creata, elementi che torneranno certi utili per il giudizio conclusivo.

Informazioni generali su Hubi

Hubi è un Exchange piuttosto giovane. E’ stato infatti creato nel 2018. Ciò non deve stupire, dal momento che l’asset class di riferimento, la criptovaluta appunto, esiste solo da qualche anno (dieci circa) e solo da un triennio è balzato agli onori della cronaca, principalmente per l’incredibile ascesa di cui si è reso protagonista il Bitcoin dal 2017, quando si è avvicinato a quota 20.000 dollari.

A partire dal fenomeno Bitcoin, la domanda di criptovalute è aumentata. Ciò da un lato ha causato la nascita di nuove valute virtuali, e dall’altra ha determinato lo sviluppo di nuove piattaforme per l’acquisto, la vendita, l’investimento speculativo. Hubi è nata in questo contesto, molto caotico a dire il vero. La sua “base” è sita ad Hong Kong, paese che ha dimostrato più volte di sapersi porre all’avanguardia del mondo finanziario. D’altronde, è uno dei centri finanziari dell’intera Asia. 

L’offerta di Hubi

Dal punto di vista dell’offerta, Hubi si difende bene. Ovvero mette a disposizione degli utenti una quantità più che apprezzabile di criptovalute, ma ponendosi al di sopra della media degli Exchange. In particolare, l’offerta consta di 38 valute virtuali. Ciò significa che all’appello non mancano di certo le crypto più importanti e conosciute, come Bitcoin, Ethereum, Litecoin (e relative varianti) ma anche molte valute virtuali “esotiche” e a bassa capitalizzazione.

Per quanto riguarda la questione software, Hubi mette a disposizione il necessario per una esperienza d’uso sufficientemente comoda. Infatti, l’utente può scegliere tra tre diverse varianti della stessa piattaforma: una sotto forma di browser, un’altra sotto forma di app per dispositivi Android, un’altra ancora sotto forma di app per dispositivi Apple. 

Come funziona Hubi

Il funzionamento di Hubi è particolare. Si potrebbe definire “crypto-centrico”. Il motivo? Semplice: non consente depositi in valute fiat, nemmeno in dollari. Ciò significa che per commerciare con Hubi è necessario possedere già della criptovaluta. In genere, viene consigliato l’impiego di Tether, una crypto “stabile” che viene utilizzata, appunto, come primaria moneta di scambio. Utilizzare Tether è un po’ come utilizzare i dollari, dal momento che il suo valore viene forzatamente ancorato al biglietto verde attraverso un ferreo controllo delle attività di mining. 

Un dettaglio da conoscere, se si intende operare per mezzo di Hubi, riguarda la localizzazione. La piattaforma, infatti, è localizzata quanto basta, anzi il minimo indispensabile. Tra le lingue europee è presente, infatti, solo l’inglese. Per il resto l’esperienza d’uso è stata pensata per il mercato asiatico, dal momento che è possibile scegliere tra cinese, giapponese e coreano (nella variante della Sud Corea). 

I costi di Hubi

Per quanto riguarda le commissioni, Hubi non stupisce né in positivo né in negativo. Si comporta come un normale Exchange di criptovalute. Anzi, le commissioni si rivelano in alcun casi basse, se si considera come metro di paragone la media degli Exchange. Nello specifico, le commissioni sono pari allo 0,2% del capitale mosso, considerando però il valore di acquisto. Sicché se si stanno vendendo Tether e acquistando, per esempio, 3 Bitcoin, la commissione sarà pari a 0,018 Bitcon. 

Una particolarità di Hubi consiste nel fatto che non vi è alcuna distinzione tra ordini taker e maker. Per inciso, i primi sono ordini precostituiti, in cui il prezzo è fatto dal mercato; i secondo sono ordini personalizzati, in cui il prezzo è fatto dall’ordinante (e quindi non vi è alcuna garanzia di esecuzione). 

Discorso diverso per il prelievo, che ha in genere una quota fissa. Se si prelevano Bitcoin, Hubi impone una commissione 0,0005 BTC. Se si prelevano Ether si sconterà una commissione di 0.005 ETH e via discorrendo. A ogni criptovaluta, c’è da dire, è assegnato un tetto massimo di prelievo giornaliero. 

Il difetto principale di Hubi: essere un Exchange

Fin qui, Hubi sembra un normalissimo Exchange di criptovalute. Questo però non basta a renderlo uno strumento preferibile, cui fare affidamento senza se e senza ma, capace di favorire in maniera incontrovertibile la creazione di profitto. Anzi, i suoi difetti principali sono dovuti proprio alla sua natura di Exchange. E’ questo format, questa tipologia di strumento a non rappresentare quanto di meglio c’è sulla piazza per guadagnare con le criptovalute.

I motivi sono abbastanza chiari, e ben conosciuti dai trader esperti. Ne diamo contezza nei prossimi due paragrafi. 

Perché gli Exchange non sono il miglior strumento per tradare le criptovalute

La verità è che gli Exchange non sono strumenti efficaci per il trading con le criptovalute. Può sembrare paradossale, ma è così. Si dimostrano abbastanza funzionali, però, se lo scopo è possedere criptovalute, ovvero comporre un portfolio e mantenere una sorta di deposito, nella speranza, un giorno, di raccoglierne i frutti. Insomma, l’esperienza d’uso più adatta a questo strumento assomiglia a quella del deposito titoli a lungo termine.

Se desiderate però fare del trading, quindi del buon investimento speculativo che vi permette di generare profitti in maniera continuativa, gli Exchange non rappresentano affatto la scelta migliore, anzi!

Gli svantaggi del trading con gli Exchange

Perché gli Exchange non sono buoni strumenti di trading? Il motivo è duplice. In primis, non sono ancora regolamentati (la legislazione nazionale e internazionale è ancora indietro su questo punto) dunque il rischio truffe è sempre in agguato.

Secondariamente, le transazioni sono lente. E non potrebbe essere altrimenti, dal momento che, a essere scambiate, sono criptovalute reali, che soffrono di limiti tecnici riguardanti proprio le transazioni. Le cause profonde vanno rintracciate nel sistema blockchain, che baratta la velocità sull’altare della sicurezza. 

Ora, una transazione lenta non genera grandi fastidi se lo scopo è acquistare un bene. Tuttavia, può sortire conseguenze pessime e quasi catastrofiche se l’obiettivo è fare del trading efficace. E’ evidente che occorre pensare ad altro, a qualcosa che garantisca velocità

Un’alternativa efficace: i broker CFD

Quel qualcosa sono i CFD, i Contract For Difference. Si tratta di prodotti derivati che utilizzano altri asset come sottostanti, in questo caso le criptovalute. Fare trading con i CFD vuol dire non possedere criptovalute, bensì potenzialmente guadagnare dai movimenti delle criptovalute. C’è una bella differenza, la quale per giunta arride ai trader che puntano al profitto, com’è giusto che sia. Inoltre, i broker hanno la possibilità di essere regolamentati (anzi devono esserlo), ovvero di ottenere una licenza da un ente regolatore come può essere la Cysec, la FCA, la Consob etc. 

Piattaforma: etoro
Deposito Minimo: 100€
Licenza: Cysec
  • Copy Trading
  • Adatto per principianti
  • REGISTRATI
    1star 1star 1star 1star 1star
    Piattaforma: xtb
    Deposito Minimo: 100€
    Licenza: Cysec
  • Azione Gratuita
  • Corso Gratis
  • REGISTRATI
    1star 1star 1star 1star 1star
    Piattaforma: trade
    Deposito Minimo: 100€
    Licenza: Cysec
  • Specialista a disposizione
  • Metatrader 4
  • REGISTRATI
    1star 1star 1star 1star 1star
    78,60% dei conti al dettaglio di CFD perdono denaro

    eToro

    eToro è uno dei broker più famosi in circolazione. In questo caso reputazione è sinonimo di qualità, dunque si tratta di un dettaglio non da poco. eToro è un broker regolamentato, che fa dell’apertura alla gente comune il suo punto di forza. In primis, attraverso un deposito minimo iniziale di soli 50 euro, secondariamente attraverso servizi innovativi, come il Copy Trading

    Questo servizio consente di copiare  le mosse altrui, in modo da accedere potenzialmente ai medesimi profitti. DISCLAIMER: i risultati passati dei migliori trader non sono garanzia di rendimenti futuri. Il Copy Trading è uno strumento utile ma non è detto che generi rendimenti.

    Per ciò che concerne le criptovalute, eToro è molto attrezzato, e consente addirittura di acquisirne di reali, a mo’ di Exchange, oltre che farci del buon trading sotto forma di CFD. 

    XTB

    XTB è un broker severamente regolamentato, dunque capace di offrire solide garanzie di sicurezza. Offre una vasta gamma di criptovalute, tutte sotto forma di CFD (che rappresentano lo strumento migliore per fare trading). La barriera all’entrata è molto bassa, dal momento che pone in essere un deposito minimo iniziale di soli 250 euro

    XTB eccelle anche per i servizi di assistenza ed educativi. Oltre al materiale didattico, si segnala la possibilità di accedere a una demo gratuita, in modo da fare pratica senza rischiare nemmeno un centesimo di capitale.

    Trade

    Trade è un broker che si pone un obiettivo ambizioso. Infatti non si limita ad aprire le porte del trading alla gente comune, magari abbassando le barriera all’entrata, ma addirittura punta a offrire loro i medesimi servizi di cui godono i broker professionisti e istituzionali. Offre persino un servizio di asset management!

    Trade è un broker che fa della sicurezza i suoi punti di forza, come dimostra la partecipazione, sotto forma di partner, di alcune grandi multinazionali. Questo broker, inoltre, propone misure di protezione dal saldo negativo più efficaci della media (dunque tutela gli utenti in maniera piuttosto salda). 

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    Sull'autore

    Lorenzo Moretti

    Lorenzo Moretti è un pioniere delle criptovalute in Italia, la cui carriera decolla dopo aver scoperto il paper di Satoshi Nakamoto nel 2008. Da studente universitario con una forte passione per matematica e tecnologia, Lorenzo approfondisce lo studio del Bitcoin, posizionandosi tra i primi investitori italiani in questa criptovaluta. La sua visione anticipata gli consente di accumulare un notevole portafoglio di criptovalute ben prima che queste catturassero l'interesse del grande pubblico. Negli anni, Lorenzo si afferma come un'autorità nel settore delle criptovalute, guadagnandosi un riconoscimento internazionale attraverso partecipazioni a conferenze, collaborazioni con startup blockchain e contributi a progetti di ricerca all'avanguardia. La sua fama nel settore è alimentata dalla capacità di anticipare le tendenze di mercato e ottenere investimenti di successo. Oltre a concentrarsi sugli investimenti, Lorenzo dedica tempo all'educazione finanziaria relativa alle criptovalute, autore di articoli e guide volti a demistificare l'argomento per un pubblico vasto. La sua traiettoria dimostra come la passione, il sapere e la determinazione possano trasformare un interesse personale in una carriera di spicco nel dinamico mondo delle criptovalute.