Torniamo oggi ad occuparci, dopo qualche settimana di silenzio, sulle opportunità di rendimento che sono implicite in alcune delle principali valute emergenti. E cominciamo questo viaggio dal real brasiliano, atteso da un 2017 che si preannuncia difficile, ma che potrebbe riservare qualche soddisfazione.
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Previsioni e analisi real brasiliano
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Come sta l’economia brasiliana?
Iniziamo dai fondamentali. Dopo due anni particolarmente difficili e contraddistinti da una pesante recessione, il 2017 dovrebbe finalmente costituire il momento del ritorno alla crescita per l’economia del Paese sudamericano, caratterizzata dalla ripresa dell’attività, unitamente al calo dell’inflazione, schizzata in doppia cifra a causa dei problemi finanziari e dall’aumento della sfiducia sul Paese legato alla situazione politica, che aveva portato all’impeachment per la ex Presidente Rousseff. Il governo Tremer sta inoltre faticosamente cercando di mettere in sicurezza la posizione fiscale del Paese, deterioratasi in misura significativa durante la crisi economica e politica. Il tentativo è tuttavia molto doloroso: una riforma fiscale con un cap al rapporto tra la spesa pubblica e il PIL che funziona in maniera automatica, e che è stato accompagnata da una serie di provvedimenti impopolari. I quali, ben inteso, potrebbero sfociare in tensioni ancora più forti quando si metterà mano (nel brevissimo termine) alla riforma del sistema pensionistico, un altro tassello importante nel sentiero verso il consolidamento fiscale. Il rischio principale è proprio quello della tensione socio politica, con conseguente instabilità.
Cosa sta facendo la Banca centrale?
In questo scenario di faticoso miglioramento, la Banca centrale brasiliana ha dato seguito a due tagli dei tassi tra il mese di novembre e quello di gennaio, rispettivamente di 25 e 75 punti base, conducendo così il Selic rate, il tasso di intervento all’attuale 13%. La decisione di rendere più forte il quantitative easing sta cercando di accontentare i segnali di decelerazione dell’inflazione e, dall’altro canto, le aspettative degli operatori nei prezzi di mercato. Di fatti, stando alle previsioni del FMI, la crescita dei prezzi nel Paese dovrebbe scendere dal 9% del 2016 al 5,4% alla fine del 2017 e, quindi, al 4,8% alla fine del 2018. Con simili previsioni, e tenendo conto che la politica fiscale sarà molto restrittiva, è probabile che la Banca centrale prosegue con questi approcci per almeno altri 1-2 anni, deprezzando il Selic per almeno altri 2-3 punti in questo frangente temporale.
Come va il real?
Il real brasiliano è in fase di rafforzamento dopo che la valuta brasiliana era stata affaticata dalla volatilità sorta nell’immediato periodo successivo all’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca. Ad ogni modo, se si esclude il finale di 2016 e l’effetto determinato dal post-elezione a stelle e strisce, il real giunge a questo 2017 dopo un anno di deciso apprezzamento, conciso con la conclusione dell’impeachment nei confronti della Presidente Rousseff e la conseguente assegnazione della guida del nuovo esecutivo al vice-presidente Temer. Si tratta d’altronde di un comportamento non certo sorprendente, visto e considerato che i mercati avevano già reso noto di apprezzare questo dovuto passaggio di consegne. A questo punto, se non accadranno sconvolgimenti politici e sociali, la politica monetaria accomodante dovrebbe essere in grado di alimentare la ripresa economica, contraddistinto anche da un real un po’ più debole rispetto ad oggi, soprattutto nel medio termine.