Pubblicato: 27 Gennaio 2017 di Roberto Rossi
Negli ultimi giorni uno degli eventi di maggior rilievo in ambito italiano ed europeo è stata la pubblicazione del verdetto della Corte costituzionale sulla legge elettorale (Italicum), che accogliendo alcune delle principali obiezioni sollevate dai tribunali italiani, ne ha decretato la parziale bocciatura: sono infatti state accolte le questioni relative al turno di ballottaggio e la questione di costituzionalità sulle pluricandidature che consentiva allo stesso candidato di scegliere il collegio in cui essere eletto. Quanto basta per poter far gioire le opposizioni, che lamentavano da tempo alcuni margini di incostituzionalità della legge elettorale in vigore. Eppure, non di totale bocciatura si tratta, tanto che la Consulta conclude con una importante affermazione.
Si può andare al voto subito?
Ricollegandoci a quanto sopra, ricordiamo infatti come nonostante le obiezioni sollevate, la Consulta abbia concluso la propria analisi dichiarando che “la legge elettorale è suscettibile di immediata applicazione“. Insomma, nell’attesa delle motivazioni della decisione della Corte, che verranno pubblicate entro un termine di 15-20 giorni, è effettivamente un pronunciamento che apre alla possibilità di elezioni anticipate.
Forse proprio in virtù di quanto sopra, i mercati hanno reagito in modo gradualmente negativo, andando a penalizzare le quotazioni dei titoli di Stato italiani e lo spread, ora sopra quota 170 punti (inizialmente il differenziale di rendimento era stato più contenuto, complice il movimento al rialzo dei tassi tedeschi).
Ma cosa accadrà (realmente) ora?
L’opzione “subito al voto” è dunque effettivamente aperta, considerato che – come già sopra – la Consulta ha dichiarato che la legge elettorale che emerge dalle modifiche è immediatamente applicabile. In teoria, pertanto, si potrebbe andare subito alle urne, votando con due sistemi diversi per Camera (dove sopravvive il premio di maggioranza per chi supera il 40%) e per il Senato (dove c’è un proporzionale puro).
Non è questo, comunque, l’unico scenario aperto. Dopo la decisione della Consulta, infatti, i partiti potrebbero trovare un faticoso accordo per poter approvare piccole modifiche alle leggi elettorali di Camera e Senato, per renderle omogenee e evitare il rischio di maggioranze diverse nelle due Camere: l’impressione è però che trovare l’intesa tra soglie di sbarramento, capilista bloccati e premi di maggioranza non sia affatto semplice.
Come intuibile, molto dipenderà dal Pd, il principale partito rappresentato nelle due Camere, e il perno del governo attuale. Subito dopo la pronuncia della Consulta il partito ha provato a riproporre il Mattarellum (sistema di voto con collegi uninominali maggioritari al 75% e proporzionale al 25%), ma di favorevoli vi sarebbero solo gli esponenti della Lega, pronti ad accettare anche il Mattarellum pur di andare a votare. Il M5S ha invece domandato di votare estendendo al Senato i correttivi per poter rendere omogenei i sistemi, mentre Forza Italia preferirebbe un proporzionale con soglie di sbarramento.
Deludono le vendite
Passando al calendario macroeconomico italiano, notiamo come le vendite al dettaglio abbiano registrato un’inattesa flessione in novembre: con una contrazione di -0,7 per cento mese su mese l’indice annulla infatti parte dell’incremento di ottobre (+1,2 per cento mese su mese) e si discosta dal consenso che vedeva i consumi stagnanti a +0,0 per cento su base mensile. Positiva la variazione invece su base annuale che, rispetto a novembre 2015, registra un aumento dello 0,8 per cento su base annua dopo il -0,2 per cento anno su anno di ottobre. Guardando al bilancio trimestrale, nel periodo tra settembre e novembre 2016 le vendite al dettaglio in media hanno segnato una lieve flessione, pari a -0,1 per cento trimestre su trimestre, sia in valore che in volume.