Mercati

Referendum Jobs Act bocciato: lo spread italiano ne beneficia

Pubblicato: 12 Gennaio 2017 di Roberto Rossi

La Corte Costituzionale ha bocciato il quesito referendario presentato sul Jobs Act, e lo spread italiano ne ha immediatamente beneficiato, tornando nella parte bassa del range 150-160 punti base. Ma perché è possibile affermare che i due “eventi” siano collegati? Cerchiamo di fare il punto su quel che è accaduto, e sullo scenario in corso di evoluzione sul fronte azionario e obbligazionario.

Referendum Jobs Act bocciato

Cominciamo da uno sguardo al mercato dei titoli di Stato, con la seduta di ieri che è stata sostanzialmente positiva per quelli italiani, che insieme al resto dei periferici europei hanno messo a segno delle discrete flessioni in termini di rendimento, soprattutto sul segmento intermedio e lungo della curva delle scadenze (si registra invece qualche vendita marginale sui titoli core).

Sul perché il rendimento sia lievemente sceso (il BTP a due anni tratta in area -0,10 per cento, mentre il decennale scende di oltre 5 punti base e si posiziona intorno all’1,85 per cento) e sul perché lo spread si sia collocato sulla zona 152-154 punti base, abbiamo già detto: il differenziale di rendimento ha infatti goduto della decisione della Corte Costituzionale di bocciare il quesito referendario presentato sul Jobs Act, per una scelta che ha tolto una parte dell’incertezza sul quadro politico italiano nei prossimi mesi. Appare evidente, infatti, che il mantenimento di una nuova “spada di Damocle” come quella del referendum sul Jobs Act avrebbe creato una costante pressione sull’esecutivo, e non solo.

In tale contesto, l’Italia ha collocato 7 miliardi di euro di BOT a 12 mesi al tasso di -0,25 per cento, in flessione di circa 5 punti base rispetto all’ultimo collocamento, incontrando una buona domanda da parte del mercato.

Atteggiamento attendista dai mercati azionari

Per quanto concerne invece i mercati azionari, la seduta di ieri sembra essere stata caratterizzata per variazioni piuttosto contenute da parte dei listini europei, che confermano l’atteggiamento orientato all’attesa per l’avvio della tornata di trimestrali societarie. Risulterà inoltre di interesse, domani, comprendere come i mercati andranno a recepire l’esito della prima conferenza stampa ufficiale del neopresidente Trump, dalla quale sono emerse alcune indicazioni più precise sulla futura politica fiscale, e dalla quale sono emersi altresì alcuni spunti di rilievo sul fronte geopolitico (l’ammissione che la Russia è dietro gli hacker che hanno influenzato la campagna elettorale, ad esempio).

Macroeconomia: gli ultimi dati pubblicati

Concludiamo infine con uno sguardo sugli ultimi dati pubblicati sul fronte macroeconomico. La giornata di ieri non è stata ricchissima di spunti, ma è bene comunque fornire un aggiornamento su quanto accaduto oltre Manica: in novembre si registra infatti un rimbalzo superiore alle attese per la produzione industriale del Regno Unito che, dopo la contrazione di -1,1 per cento su base mensile in ottobre, torna a crescere del 2,1 per cento mese su mese, superando così il consenso di +1,0 per cento. Il dato segna così l’incremento più robusto degli ultimi sette mesi, in un contesto in cui i dati per l’economia britannica hanno mostrato una resilienza superiore alle prime previsioni successive alla decisione di uscire dall’Unione Europea. Il rimbalzo del dato su base annuale è altrettanto positivo: l’indicatore passa infatti dal -0,9 per cento anno su anno precedente a +2,0 per cento su base mensile.

Guardando ai singoli settori, la produzione nel manifatturiero è aumentata dell’1,3 per cento su base mensile dopo aver registrato una flessione di -1,0 per cento mese su mese in ottobre, ed ha così compensato i contributi negativi dell’attività nel settore delle costruzioni e del bilancio per la domanda estera. Rimane comunque incerto il saldo della produzione sull’intero trimestre; l’indice dovrebbe infatti registrare in dicembre un incremento pari almeno allo 0,3 per cento su base mensile per garantire un contributo positivo al PIL negli ultimi tre mesi dell’anno.

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Sull'autore

Roberto Rossi

Perito Informatico ma appassionato del trading online con i CFD. Mi occupo di stesura articoli sul trading online, CFD e forex.