Innovazione e startup

Start up: una location di eccezione a Milano

Scritto da Lorenzo Moretti

Quanto conta la location per una start up? La risposta è molto, perché dall’accessibilità e dalla dislocazione geografica possono dipendere diversi varianti di successo. Non è un caso se molte start up internazionali abbiano fatto ‘gruppo’ in determinate aree del mondo, una su tutte la Silicon Valley con la sua capacità di attirare nuovi talenti e nuove imprese innovative. La location può apportare prestigio alla start up, ma può diventare una buona fonte di collegamenti con i clienti e con i potenziali investitori. In tempi recenti le barriere comunicative si sono pressoché annullate, ma una buona location resta la base portante di ogni azienda, una realtà che permette all’impresa di essere frequentata con facilità da collaboratori e possibili investitori, di acquisire pregio e notorietà a livello nazionale.

È di questo pensiero Invitalia, Agenzia Nazionale per l’Attrazione degli Investimenti e lo Sviluppo di Impresa che è proprietà del Ministero dello Sviluppo Economico Italiano. L’opera dedicata alla collocazione delle start up innovative interessa il comune di Milano, metropoli considerata da sempre come la base operativa dell’economia e della finanza in Italia. Il progetto assume le sembianze di un incubatore modello, che sorgerà al numero 88 di via Ripamonti accanto alla storica sede della catena Esselunga.

I lavori di ‘bonifica’ hanno richiesto l’abbattimento dei capannoni dove sorgeva l’ex Pirelli Cavi e la pulizia dell’attigua area industriale. Ecco nascere la Smart City che potrebbe diventare, con tutta probabilità, il punto di riferimento per le start up innovative del paese nel futuro più immediato. Il progetto è stato cofinanziato in collaborazione con il comune di Milano e si propone di diventare il gemello di un altro incubatore di talenti, anch’esso dislocato in area metropolitana di Milano. Si tratta del FabriQ, dislocato a Quarto Oggiaro, dal lato opposto della città ma legato dal filo rosso della tipologia di spazio e della vocazione di impresa.

L’area di interesse è molto ampia, perché si estende per ben 3mila metri quadrati, abbracciando la citata via Ripamonti, la residenza universitaria ‘Amici della Bicocca’, la roggia Vettabbia e la strada Vittore Buzzi. Si tratta di un’area di proprietà del comune e il progetto dedicato alla collocazione delle start up si inserisce felicemente nella sezione finale del Piano di Riqualificazione Urbana Pru che comprende Via Pompeo Leoni-via Pietrasanta. Si tratta di un progetto di lungo corso, avviato nell’ormai lontano 1998. La data di completamento dei lavori è stimata per il 2017 e, appena l’edificio sarà pronto, il comune di Milano intende lanciare in bando assieme al Ministero dello Sviluppo per selezionare tutte le start up e i giovani che potranno insediarsi.

Collocazioni e sharing city per le start up del domani

Le parole dell’assessore per le politiche del lavoro del comune di Milano Tajano spiegano con cura il perché della scelta di questo luogo. L’area urbana di riferimento è, infatti, interessata dal programma europeo di sharing city, con rivalutazione delle attività produttive, delle risorse e del commercio. Un insediamento produttivo che si propone lo scopo di sperimentare e attivare nuove tecnologie può quindi trovare in questa area un felice logo di collocazione, perché si tratta di una zona fortemente innovativa e rivalutata, lontana dal degrado e quindi in grado di dare vita a fucine incubatrici di talenti che siano in grado di attirare persone e investitori da ogni parte del mondo. La vocazione internazionale del luogo è infatti conosciuta e Milano si propone come una città fortemente fornita di mezzi e di infrastrutture, collegata alla perfezione con gli aeroporti internazionali e dotata di un ricco bacino di ambienti dedicati alla ricezione.

Un esempio di riqualificazione urbana ben riuscita arriva proprio dalla città di Milano con FabriQ, incubatore di impresa sostenuto dalla fondazione Brodolini. Il modello funziona e l’incubatore di innovazione sociale viene attualmente gestito operativamente da un’ATI. Si tratta di una associazione temporanea di impresa che è composta dalla stessa Fondazioni Brodolini e dall’Impact Hub di Milano.

Cosa offre FabriQ alle start up innovative? Un percorso definito, che ha la durata di nove mesi e si propone di accompagnare per mano le start up innovative nel percorso d’impresa. Condivisione, networking e confronto sono le basi dichiarate del progetto, che mira a trasformare i team coinvolti in innovatori sociali, in imprese capaci di camminare le proprie gambe e di dare vita a delle realtà economiche di spessore nel paese.

Il modello FabriQ

Il progetto proposto dall’incubatore sociale FabriQ di Milano prevede due fasi. Nella prima fase vengono definite le vere basi dell’impresa, quindi la redazione del business plan, il test dei prototipi o dei servizi e dei prodotti eseguiti dalla start up. La prima fase vede quindi la costituzione dell’impresa e ad essa fa seguito una seconda, che prevede il raggiungimento del cash flow positivo. Non solo, perché nella seconda fase è previsto il raggiungimento e l’ottenimento dei prestiti finanziari che sono indispensabili per proseguire con l’attività di impresa e l’allaccio di rapporti e partnership con collaboratori, sponsor e investitori. In questa seconda fase vengono quindi valutate quali sono le necessità future indispensabili per il proseguo dell’impresa.

Per assistere le start up insediate vi sono dei tutor che si propongono di aiutare le novelle imprese innovative ad affrontare gli aspetti pratici e tecnici, ma anche a sviluppare in autonomia i settori delle relazioni e della promozione. Il tutor si occupa di fornire il giusto supporto e di sostenere attivamente la creazione e lo sviluppo dell’impresa, aiutando le start up a prendere la giusta consapevolezza con la propria idea e a superare gli ostacoli, i periodi difficili e la tanta burocrazia richiesta per emergere. I tutor si associano al lavoro dei soggetti particolari, che vengono chiamati host. Gli host sono invitati ad offrire competenze tecniche e particolari quali il lavoro di segreteria e di amministrazione, una serie di operazioni che devono essere conosciute dalle start up e che meritano di essere svolte da personale competente, almeno fino alla realizzazione del progetto di impresa e al suo sviluppo in termini concreti e definiti per il futuro.

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Sull'autore

Lorenzo Moretti

Lorenzo Moretti è un pioniere delle criptovalute in Italia, la cui carriera decolla dopo aver scoperto il paper di Satoshi Nakamoto nel 2008. Da studente universitario con una forte passione per matematica e tecnologia, Lorenzo approfondisce lo studio del Bitcoin, posizionandosi tra i primi investitori italiani in questa criptovaluta. La sua visione anticipata gli consente di accumulare un notevole portafoglio di criptovalute ben prima che queste catturassero l'interesse del grande pubblico. Negli anni, Lorenzo si afferma come un'autorità nel settore delle criptovalute, guadagnandosi un riconoscimento internazionale attraverso partecipazioni a conferenze, collaborazioni con startup blockchain e contributi a progetti di ricerca all'avanguardia. La sua fama nel settore è alimentata dalla capacità di anticipare le tendenze di mercato e ottenere investimenti di successo. Oltre a concentrarsi sugli investimenti, Lorenzo dedica tempo all'educazione finanziaria relativa alle criptovalute, autore di articoli e guide volti a demistificare l'argomento per un pubblico vasto. La sua traiettoria dimostra come la passione, il sapere e la determinazione possano trasformare un interesse personale in una carriera di spicco nel dinamico mondo delle criptovalute.