La sterlina ha vissuto la giornata di ieri sotto costante pressione contro dollaro e contro euro. “Colpa” dell’avvio di Brexit, e della scelta del parlamento scozzese di approvare con una maggioranza di 69 a 59 l’indizione di un secondo referendum per l’indipendenza della Scozia, che si terrà tra l’autunno del 2018 e la primavera del 2019: per quell’epoca, saranno presumibilmente piuttosto chiari i termini dell’accordo sui nuovi rapporti tra Regno Unito e Unione Europea, con particolare riferimento all’uscita dal mercato unico, che è sicuramente il punto cruciale delle negoziazioni.
Ad ogni modo, come era ampiamente anticipato, l’elemento principale di influenza è stato l’avvio ufficiale della procedura di Brexit, avvenuta recapitando a Bruxelles la lettera di notifica dell’intenzione di uscire dall’Unione Europea, firmata da May. Entro domani il presidente del Consiglio UE Donald Tusk invierà ai 27 Stati membri le linee guida del negoziato e, successivamente, si procederà a convocare il vertice straordinario, entro la fine di maggio.
Per quanto concerne i temi al centro del tavolo di negoziazioni, tre sono quelli prevalenti: i nuovi accordi commerciali tra Regno Unito e Unione Europea, i diritti dei cittadini UE residenti nel Regno e di quelli britannici residenti nell’UE, e la “penale” di recesso, cioè la somma che sarebbe dovuta al bilancio comunitario per onorare gli impegni presi durante l’esercizio in corso (secondo l’UE la cifra sarebbe intorno ai 60 miliardi di euro).
Tuttavia, ancora prima di intavolare simili discussioni, bisognerà cercare di superare alcuni altri elementi preliminari, come quello relativo alle tempistiche dei negoziati. Come avevamo già anticipato, l’intenzione di May sarebbe quella di partire il prima possibile con le trattative sugli accordi commerciali, mentre l’Unione Europea vorrebbe prima regolare gli altri due punti e, in primis, la “penale” di cui sopra.
Tecnicamente, i negoziati non cominceranno finché la Commissione Europea non avrà stilato formalmente le linee guida negoziali, e dunque previa riunione specifica del Consiglio. La prima riunione in cui il Consiglio potrebbe avviare la discussione è quella del 9 aprile, ma difficilmente la posizione formale sarà assunta prima del successivo summit in programma il 29 aprile.
È chiaro, altresì, come la dilatazione dei tempi procedurali stia incrementando l’incertezza sull’esito dei negoziati, esponendo così la vlauta britannica a nuove pressioni e a nuovi cali in caso o di notizie sfavorevoli sul fronte Brexit o di dati negativi.