In questo articolo parliamo della trend line, un indicatore molto utilizzato ma che si discosta dalla maggior parte degli indicatori. Lo fa non da una prospettiva di applicazione, che ricalca quella degli altri strumenti di analisi tecnica, quanto dal punto di vista del calcolo e della rappresentazione a schermo. E’ in un certo senso un indicatore “primigenio”, in quanto risponde a una esigenza primaria del trader, in un certo senso pre-esistente a qualsiasi discorso di tipo analitico. Ovvero risponde alla domanda: qual è il trend in corso?
Nell’articolo che segue approfondiremo l’indicatore trend line, fornendo una panoramica di questo strumento per poi addentrarci nella sua applicazione, infine fornendo indicazioni precise per trarre segnali di acquisto o di vendita, e informazioni sul futuro prossimo dell’eventuale trend in atto.
Nel frattempo è bene fare una precisazione. La trend line figura tra gli indicatori più utilizzabili, dunque affidabili. Tuttavia, perde di efficacia se impiegato in un contesto poco consono all’attività di trading, se non dal punto di vista formale. In estrema sintesi, se il trader non ha alle spalle un buon broker, che sappia predisporre un ambiente di trading proficuo, la trend line è inutile.
La scelta del broker è propedeutica a qualsiasi azione di trading e, in ultima analisi, la influenza in maniera drammatica. Le alternativa sono tante, ma noi sentiamo di consigliare XTB, nome che certamente non nuovo anche a chi si è, per ora, solo avvicinato alla questione trading. Un broker sempre all’altezza della situazione, capace di trascendere i doveri di un buon intermediario e offrire persino servizi integrativi. Tra questi, l’interessantissimo XTB X Trading Central, che consente di ricevere in maniera regolare segnali affidabili e pronti per l’uso.
Indice
Trend line: informazioni generali
Come al solito, prima di fornire indicazioni pratiche circa l’impiego di un indicatore, è bene offrire informazioni in un certo senso meno tecniche, ma ugualmente utili. Informazioni generali, che ne riguardano l’origine. Comprendere chi ha inventato un indicatore, perché lo ha fatto e da quali domande o esigenze è partito, vuol dire porre la prima pietra nel percorso di comprensione totale dell’indicatore stesso, passaggio fondamentale per trasformarlo in una efficace risorsa di trading.
Applicare questo ragionamento alla trend line è però abbastanza difficile. Lo è in virtù della sua stessa natura, che è più sfuggente, storicamente parlando almeno, rispetto a quella degli altri indicatori. Chiariremo questo concetto nei prossimi paragrafi, nei quali indugeremo, inoltre, anche sullo scopo ultimo della trend line e, in ultima analisi, sulla sua ragion d’essere.
Chi ha inventato la trend line?
La risposta più corretta è: nessuno. O almeno nessuno che abbia lasciato una traccia indelebile. Può sembrare una caratteristica sui generis, quasi in grado di spiazzare, e in effetti lo è. Tuttavia la questione assume contorni più chiari se si indaga sullo scopo della trend line, che è semplicemente – ma la semplicità è solo apparente – quello di illustrare con un certo grado di approssimazione quale sia il trend in atto.
Una necessità, questa, che è insita nello stesso concetto di trading, e che tutti i trader, a prescindere dal grado di competenza, avvertono in maniera urgente. La prima domanda che ci si pone, anche solo inconsciamente, di fronte a un grafico è: che direzione stanno prendendo i prezzi? Ebbene, la trend line è il modo più semplice, rapido e intuitivo per rispondere a questa domanda. Per questo non ha un “creatore” in senso assoluto: è frutto di un metodo che viene utilizzato quasi d’istinto.
Perché la trend line è importante?
Rispondere a questa domanda è sia semplice che difficile. Se si guarda alla questione in maniera superficiale, si è portati a rispondere che sì, la trend line è importante in quanto offre la possibilità di capire dove sta andando il mercato, e di farlo nel più breve tempo possibile. Se si analizza la questione in maniera più razionale e scientifica, si evince che l’importanza di questo indicatore getta le radici in due elementi distinti: la psicologia e la tecnica.
La trend line è importante dal punto di vista psicologico perché, in maniera del tutto naturale, il trader ha bisogno di comprendere la direzione del mercato, e di farlo con strumenti più efficaci dell’occhio umano. E’ un bisogno che nasce da una necessità ancora ulteriore: sopravvivere di fronte al caos e all’incertezza che il mercato genera. Queste dinamiche potrebbero rivelare la natura di feticcio di questo indicatore, ma non c’è nulla di strano o di morboso. Capire il trend vuol dire acquisire sicurezza, e ciò è del tutto normale.
Dal punto di vista tecnico, la trend line è importante in quanto offre, al pari di altri indicatori ma in modo più rapido, segnali per operare. Segnali che sono ovviamente di vendita e di acquisto, di continuazione del trend o di inversione.
Il principio base della trend line
Per comprendere il principio base della trend line è necessario conoscere il metodo di calcolo. Il quale, a conti fatti, è semplice e potrebbe non essere definito nemmeno come tale. Una trend line, infatti, è semplicemente una linea che passa per i massimi o per i minimi raggiunti dai prezzi. Non per tutti, ovviamente, in quanto ciò vorrebbe dire che il mercato si sta sviluppando secondo un criterio di estrema linearità, concetto che non appartiene e non può appartenere al mercato.
Trend line costruita con i massimi
Il principio cardine della trend line, dunque, è il seguente: a fare il trend, o a illustrare la direzione di massima dei prezzi sono soprattutto i suoi estremi, sia nel bene che nel male, sia che corrispondano ai massimi sia che corrispondano ai minimi. E’ ovviamente una interpretazione, una delle svariate possibilità, ma che getta le basi in solidi modelli statistici. Se non fosse così, non si capirebbe come mai le trend line sono così utilizzate.
Come si usa la trendline
Detto ciò, e dopo aver fatto una corposa premessa… Come si usa la trendline? In primis, è necessario esplorare un dettaglio: non esiste una sola trend line, o almeno non dovrebbe esistere, se lo scopo è trasformarla in un’arma di analisi, orientamento e operatività. Le trendline, infatti, sono almeno due: la prima è tracciata sui massimi e la seconda è tracciata sui minimi. Solo in questo modo l’indicatore trendline, intesa come pluralità di linee, può dipanare i suoi effetti benefici sull’attività di trading.
Ad ogni modo, nei paragrafi che seguono conferiremo spazio ad alcuni elementi che caratterizzano le trendline, ai criteri necessari a giudicare la loro stabilità. Successivamente, parleremo approfondita delle situazioni in cui genera segnali di acquisto e di vendita, fornendo quindi indicazioni per coglierli nella maniera più rapida e profittevole possibile.
Trend line costruite sui minimi
Gli elementi della trend line
A prima vista la trend line sembra un indicatore molto semplice, quasi banale. D’altronde si tratta di una linea, per giunta retta, formata da alcuni massimi o da alcuni minimi. In realtà pone in essere una riflessione approfondita, la quale va effettuata prendendo in considerazione almeno due elementi.
Il primo elemento è l’angolazione, ovvero l’angolo che la retta forma con un ipotetico asse delle ascisse (quello orizzontale per intenderci). Più questo angolo è ampio, più la trend line è ripida. Di conseguenza, più la trend line è ripida, più forte è il trend. E, se un trend è forte, vuol dire che qualsiasi interazione del prezzo con la trendline è pregna di significato e fornisce segnali affidabili.
Il secondo elemento è la quantità di massimi o minimi toccati dalla trend line. Anche in questo caso, maggiori sono gli estremi coinvolti, più forte sarà il trend, in quanto esso tradisce uno sviluppo lineare. E, di conseguenza, qualsiasi interazione del prezzo risulterà significativa.
Trend line come supporto e resistenza dinamica
Detto ciò, come si usa concretamente la trend line? Come è possibile trarre dal suo studio dei segnali affidabili, utili per generare degli ordini vincenti? La risposta è semplice: basta considerare la trend line come un punto pivot dinamico. La trend line realizzata con i massimi funge da resistenza dinamica, mentre la trend line realizzata con i minimi funge da supporto dinamico.
Non si tratta di una funzione di poco conto. Il problema delle resistenze e dei supporti statici è che spesso “scadono”, per dirla con un termine forse improprio, o per meglio dire non riescono ad aggiornarsi alle nuove condizioni di mercato. Obiettivo che le varianti dinamiche raggiungono in pieno.
Certo, va specificato il difetto più grande delle trend line: non dicono nulla sui volumi, dunque sulle eventuali situazioni di ipercomprato e di ipervenduto. Per questo motivo è bene associare alla trend line un oscillatore che rappresenti il momentum. Tra i più adatti, almeno in questo caso, spicca l’RSI, ovvero il Relative Strenght Index.
I segnali di acquisto
A questo punto, risulta quasi evidente la metodologia da mettere in campo per ricavare. E’ bene però fornire indicazioni precise a riguardo.
Si ricava un segnale di acquisto quando la trend line ricavata dai minimi viene sfiorata o toccata dal prezzo, e in seguito esso “rimbalza”, ovvero inverte anche solo temporaneamente la sua direzione. In questo è probabile l’inizio di un trend rialzista, dunque è bene acquistare prima che il prezzo salga.
Come si evince abbastanza facilmente, il processo di interazione è quello da mettere in campo quando si utilizzano le resistenze statiche. In questo caso, però, i segnali sono più affidabili.
Va da sé che quando il prezzo non rimbalza ma sfonda la trend line si ricava un segnale di continuazione, che anzi rafforza notevolmente il trend. Insomma, tutto secondo manuale, almeno per ciò che concerne la gestione dei punti pivot (nella fattispecie delle resistenze).
I segnali di vendita
In maniera del tutto simile, ma anche opposta, si ottiene un segnale di vendita quando il prezzo interagisce con un trend line realizzata a partire dai massimi. Ovvero quando il prezzo si avvicina notevolmente o tocca la trend line, per poi rimbalzare e intraprendere un movimento al ribasso. In questo caso si è di fronte a un trend rialzista che ha perso la sua forza, e incontra un vero e proprio supporto tecnico.
Ovviamente, se il prezzo anziché rimbalzare sfonda la trend line e prosegue la sua corsa, si ottiene un segnale di continuazione.
Il passaggio preliminare: scegliere un buon indicatore
Come abbiamo visto, l’indicatore trend line, se utilizzato con accortezza e dopo aver acquisito una completa comprensione dello strumento, può rivelarsi davvero utile per ricavare segnali di acquisto e di vendita. Tuttavia, ci preme riprendere il concetto che abbiamo introdotto all’inizio dell’articolo. Un indicatore, fosse anche affidabile come appunto le trend line, da solo non può fare nulla. Di certo, perde radicalmente in efficacia se non è inserito in un contesto di eccellenza, che consenta tanto allo strumento quando al trader di esprimere le loro potenzialità. Insomma, se non si opera con un buon broker.
Non è un dettaglio da poco, anzi è una dinamica di primaria importanza, che influenza in maniera radicale il “destino” finanziario del trader. Dunque, prestate molta attenzione alla scelta del broker, non lesinate in impegno e optate solo per realtà di prestigioso e di comprovata esperienza.
XTB miglior broker in assoluto?
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