L’oro sta toccando nuovi massimi storici, nel frattempo i paesi del BRICS continuano a fare fronte comune contro il dollaro americano. Fino a quando i Paesi continueranno a stampare moneta e a registrare enormi deficit, il valore dell’oro continuerà ad aumentare.
Intanto, le banche centrali stanno acquistando e scaricando obbligazioni statunitensi, per evitare di essere sanzionate in futuro come sta accadendo adesso alla Russia.
Il nocciolo di questa questione è costituito dal blocco economico BRICS, acronimo le cui iniziali indicano i principali Paesi Membri che ne compongono l’entità: Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. Da 14 anni, questi Paesi si sono uniti con lo scopo di sfidare l’egemonia economica degli Stati Uniti con una nuova moneta mondiale: BRICS.
BRICS: La nuova moneta mondiale
A causa della sua aggressione in Crimea, nel 2014 la Russia è stata espulsa dal G8 – il gruppo delle nazioni più ricche del mondo – che è stato successivamente denominato G7.
Niente di grave, disse Putin e, cito letteralmente:
“Buon appetito”.
Putin non espresse preoccupazione perché sapeva già cosa stava per accadere: il Nuovo Ordine Mondiale con Cina, India e Brasile al timone.
Leader ed esponenti di spicco dei Paesi Membri del Brics – Fonte: Archivio
Presi indipendentemente l’uno dall’altro, questi Paesi sono dei nani rispetto agli Stati Uniti, ma insieme rappresentano il 40% della popolazione mondiale e nel giro di pochi anni, secondo il Fondo Monetario Internazionale, il 50% del PIL mondiale.
Ecco cosa ha detto il presidente dei BRICS Marcos Prado Troyjo qualche anno fa, a proposito del fatto che non c’è più bisogno del dollaro americano:
“Non c’è più bisogno che i nostri Paesi usino il dollaro nei regolamenti reciproci, poiché abbiamo implementato il meccanismo dei regolamenti in rubli e rupie. E oggi la Cina sta sviluppando un meccanismo simile di regolamenti reciproci in rubli e yuan”.
BRICS: Perché l’America ha raccolto ciò che ha seminato
I BRICS hanno iniziato a mettersi in moto nel 2009, 16 anni fa. Sapete quale evento è accaduto 16 anni fa? Pensateci bene. Vi do un indizio: si trattava di obbligazioni di debito collateralizzate, di mutui subprime tossici e di un sacco di numeri calcolati dai “quants” di Wall Street: la crisi finanziaria del 2008.
Il dollaro statunitense è lo strumento di regolamento del mondo, il che significa che quando due nazioni commerciano, non lo fanno in euro o in oro, ma in dollari statunitensi.
Quindi, quanto successo nel 2008, una crisi che era completamente evitabile e che è stata causata dalla cupidigia e dalla stupidità delle banche negli Stati Uniti, cosa è stato?
Tutti ne hanno risentito, in tutto il mondo. Inutilmente, potremmo aggiungere, a causa della cupidigia delle banche americane.
Il futuro del dollaro USA
Nel frattempo, oltre all’Arabia Saudita, diversi Paesi hanno espresso interesse ad aderire ai BRICS. E stanno anche pensando di farne un sistema sostenuto dall’oro, che lo renderà equivalente a una nuova valuta di riserva mondiale.
Se fossimo in voi, cominceremmo a prestare maggiore attenzione a quello che accadrà in futuro al dollaro USA, soprattutto adesso che la nuova amministrazione Trump sta aprendo le porte a una nuova classe di valute: gli asset digitali.
Il presidente Donald Trump ha iniziato a dare scossoni all’establishment politico ed economico statunitense fin dal giorno del suo insediamento alla Casa Bianca. Ogni sua decisione e le relative reazioni di riflesso, come nel caso delle dimissioni di Gary Gensler dalla presidenza della SEC, generano onde che si propagano attraverso i mercati finanziari.
In particolar modo, il mercato delle criptovalute ha reagito positivamente alle politiche di Trump e il prezzo di Bitcoin è salito, muovendosi nel range tra i 95.000 e i 105.000 dollari. Molto probabilmente, il prezzo di Bitcoin è destinato a salire ancora, dal momento che, insieme ad altre criptovalute, i BTC andranno a costituire una speciale riserva strategica di valore negli Stati Uniti.
Questi eventi hanno dato una scossa positiva ai trader, che hanno mostrato una maggiore fiducia nel mercato crypto, grazie anche all’arrivo degli ETF sulle criptovalute che hanno aperto le porte ai capitali degli investitori istituzionali.
Ora non soltanto Bitcoin, ma anche molte altcoin stanno sperimentando un momento di grazia. Le condizioni sono favorevoli soprattutto per le nuove criptovalute come Wall Street Pepe (WEPE), che non essendo ancora presenti nei listini degli exchange sono pronte a realizzare notevoli rally non appena saranno quotate.
Questo articolo è a scopo informativo e non costituisce un invito all’investimento. Le criptovalute sono asset altamente volatili e comportano il rischio di perdere l’intero capitale investito. Si consiglia di fare sempre le proprie ricerche prima di prendere decisioni finanziarie.
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