La fiducia dei consumatori nel nostro Paese ha fatto segnare un rimbalzo a marzo, a 107,6 punti, dopo il calo a 106,6 punti rilevato nel corso del mese di febbraio. Complessivamente, il livello dell’indice di fiducia rimane comunque superiore alla media storica di lungo termine (pari a 102,2 punti), ma non bisogna sottovalutare il fatto che il trend stia rimanendo al ribasso da ormai oltre un anno a questa parte.
Dal dettaglio del dato sull’indicatore di fiducia, emerge inoltre che il maggior ottimismo delle famiglie ha riguardato il clima economico generale (con valore passato a 126,4 punti contro precedenti 120,8 punti) e le aspettative per il futuro (a 111,6 punti da 109,9 punti), mentre è in flessione sia l’indicatore per la situazione personale degli intervistati che per le valutazioni correnti (a 101 punti da 102,1 punti e a 104,5 punti da 104,7 punti). Vengono inoltre condotte in attenuazione positiva le paure degli intervistati in merito alla disoccupazione (a 24 punti da 28 punti di febbraio e da 34 punti di gennaio).
Ulteriormente, le famiglie italiane riportano uno sviluppo positivo della situazione economica personale attesa e del bilancio familiare, ma contemporaneamente mostrano un peggioramento della situazione economica familiare corrente. Si registra anche un nuovo calo delle opportunità attuali e future di risparmio, e di acquisto di beni durevoli. Ad aumentare è invece l’inflazione percepita dalle famiglie, salita a -7 contro -16 precedente, e l’inflazione attesa, da -17 punti a -11 punti.
Passando al mondo imprese, l’indice composito di fiducia delle aziende è salito per il terzo mese di fila a marzo, a 105,1 punti contro precedenti 104,3 punti. Il livello dell’indice è superiore alla media storica di lungo termine, pari a 98,6 punti.
Per quanto concerne le motivazioni di tale incremento, il miglioramento sembra essere dovuto ai servizi, il cui indice corrispondente sale a 106,5 punti contro i 105,5 punti del mese precedente, e al manifatturiero, dove il morale delle imprese aumenta per il quarto mese consecutivo a 107,1 punti da 106,4 punti. Sicuramente più modesto il miglioramento della fiducia nel commercio, a 108,7 punti dopo l’incremento a 108,4 punti registrato a febbraio, ed è viceversa scesa nelle costruzioni a 123,3 punti.
In tutti i principali settori il livello del morale delle imprese è comunque superiore alla media degli ultimi 5 o 10 anni.
Scendendo ancora più nel dettaglio, e occupandoci del manifatturiero, lo sviluppo positivo è diffuso, riguardando sia le valutazioni correnti che quelle attese, sia sugli ordini che la produzione. In particolare, gli ordini correnti raggiungono un massimo da agosto del 2007, trascinati in alto dalle commesse dall’estero. Le aspettative delle imprese sull’economia – ricorda infine il dossier ISP – sono tornate in territorio positivo, a +2 punti da -4 punti. Bene anche l’andamento delle intenzioni di assunzione, salite da 4 punti a 6 punti, per un nuovo record.
Come intuibile dalle righe che precedono, trainante per il manifatturiero è la domanda dall’estero. Tuttavia, i buoni dati non si limitano qui, visto e considerato che è sicuramente soddisfacente anche la ripresa delle intenzioni di assunzione nell’industria, sui livelli massimi da almeno 15 anni. Più contrastata appare essere infine la ripresa nelle costruzioni.