Investimenti

Tassi Fed, prossimo rialzo a giugno?

Scritto da Roberto Rossi

Appena archiviato il primo rialzo tassi Fed dell’anno, giunge il momento di tracciare il percorso per il prossimo futuro: appuntamento a giugno?

Considerato che la settimana di dati macro non offre particolari spunti in ambito euro e dollaro, non ci rimane che approfittare di questa calma (apparente) per tornare sul FOMC della scorsa settimana e fissare qualche primo paletto che ci permetterà di orientare al meglio le nostre strategie per il prossimo futuro.

Un voto quasi unanime

Per far ciò, facciamo un passo indietro per ribadire che la riunione del FOMC, il comitato di politica monetaria della Fed, si è conclusa come da attese con un rialzo dei tassi di riferimento di 25 punti base e con specifiche indicazioni di un sentiero di graduali aumenti dei fed funds nel resto dell’anno: secondo il sentiero tracciato dalla Fed, gli aumenti dovrebbero essere due entro il 31 dicembre 2017, probabilmente di “soli” 25 punti base per volta.

Per il resto, non sembrano essere emerse novità di rilievo, e l’atteggiamento della Fed rimane particolarmente ottimista sullo sviluppo dell’economia e, contestualmente, particolarmente cauto sulla rimozione dello stimolo monetario.

Tecnicamente, il voto con il quale è stato decretato l’incremento dei tassi fed funds è stato assunto con il solo dissenso di Kashkari, che avrebbe voluto mantenere i tassi fermi, e che già nei giorni precedenti al FOMC aveva preannunciato la propria posizione (che avrebbe potuto essere estesa ad almeno un altro membro del FOMC, incerto). Ad ogni modo, per avere un quadro preciso della distribuzione di opinioni nel Comitato bisognerà aspettare la pubblicazione dei verbali, fra tre settimane. Prima di allora sono comunque previsti in calendario ben otto interventi da parte di alcuni partecipanti alla riunione, ed è dunque molto probabile che già da tali interventi sarà possibile ricostruire quale sia stato il grado di consenso sulla valutazione dei rischi e sul sentiero dei tassi.

L’economia USA

Per quanto attiene lo stato di salute dell’economia USA, si rileva a un continuo rafforzamento dell’attività economica, una crescita degli occupati (il tasso di disoccupazione di lungo termine si è ridotto al 4,7%, contro il 4,8% delle precedenti proiezioni), un’accelerazione dei consumi e una ripresa degli investimenti. L’inflazione si avvicina ulteriormente all’obiettivo del 2%: un target che comunque non è certamente possibile dichiarare come assodato, e che dovrebbe essere osservato con maggiore calma nel corso dei prossimi mesi, al fine di comprendere se il livello sia o meno consolidabile.

Peraltro, come già aveva precisato in alcune occasioni precedenti, la Fed ha affermato che le decisioni relative alla tempistica e alla dimensione dei futuri rialzi dei tassi dei tassi fed funds dipenderanno dall’evoluzione dei dati e degli sviluppi finanziari e internazionali.

La prossima mossa sui tassi

Passando ora alle proiezioni sui tassi, quelle mediane stimano altri due rialzi dei fed funds nel 2017, arrivando all’1,4% a fine anno, tre rialzi nel 2018 arrivando al 2,1% a fine esercizio, e arrivare così al 3% al 2019, in incremento di un decimo rispetto alle proiezioni di dicembre.

Ad ogni modo, è evidente come – sebbene per il momento sia piuttosto ampio il consenso per lo scenario 2017 – dal 2018 in poi vi sia grandissima aleatorietà, con divergenza di opinioni anche piuttosto netta. D’altronde, la stessa Yellen ha ripetuto che le proiezioni dei tassi sono piuttosto flessibili, e che potrebbero essere riviste in misura anche rilevante sulla base delle prossime decisioni delle politiche dell’Amministrazione Trump.

Per il momento, comunque, il Comitato sembra essere intenzionato a proseguire sul sentiero graduale, valutando poi volta per volta le informazioni che arriveranno dai dati in arrivo. Sulla base di quanto sopra, è ragionevole mantenere una previsione di un rialzo dei fed funds nel corso del prossimo FOMC di giugno, anche se l’evoluzione dei dati e la mancanza di informazioni sulle riforme fino all’estate, potrebbero contribuire a spostare la data della prossima mossa della Fed a settembre.

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Sull'autore

Roberto Rossi

Roberto Rossi è un professionista con una consolidata carriera nel settore dell'informatica e dei mercati finanziari, distintosi per la sua profonda passione e competenza in entrambi i campi. Laureato in Informatica, Rossi ha iniziato la sua carriera tecnologica con un forte impegno nell'innovazione e nello sviluppo software, contribuendo significativamente a progetti di rilievo nel settore tecnologico.

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