Pubblicato: 24 Marzo 2017 di Roberto Rossi
Esselunga chiude il primo bilancio d’esercizio dopo la scomparsa di Bernardo Caprotti con livelli vendite record: un anno dunque da ricordare, e non solamente per la scomparsa dello storico fondatore, quanto anche – evidentemente – per un successo commerciale e economico che non teme concorrenza. E così, mentre i principali competitors (italiani e stranieri) affannano, i supermercati della famiglia Caprotti portano a casa un giro d’affari in aumento del 3,1%, superando così quota 7,5 miliardi di euro, nonostante la flessione dei prezzi di 1,1 punti percentuali medi (che però ha permesso al gruppo di attirare presso le proprie casse il 4,4% di clienti in più rispetto al 2015).
Conto economico
Con un primo sguardo al conto economico, rileviamo che rispetto ai ricavi è salito più che proporzionalmente il margine operativo lordo, aumentato del 5,6% a 661 milioni di euro, e pari ora all’8,7% dell’intero fatturato (con una marginalità che è praticamente un record in tutto il settore della grande distribuzione). Sono di contro calate alcune voci di bilancio: una flessione comunque “indotta”, visto e considerato che è principalmente figlia di alcune grandi svalutazioni delle aree immobiliari ritenute funzionali all’attività del gruppo. Il risultato operativo scende così da 431 milioni a 405 milioni, mentre l’utile netto diminuisce da 291 milioni a 262 milioni di euro.
Il calo dell’utile operativo comunque non preoccupa gli analisti: il livello si mantiene ben sopra la media storica, e ben al di là delle prestazioni degli ultimi anni (tranne il 2015), considerato che il risultato operativo era di 335 milioni di euro nel 2014, e di 328 milioni di euro nel 2013. Discorso simile per quanto attiene l’utile netto, che pur essendo in flessione rispetto all’anno precedente, è comunque ben superiore alla media storica e anche a quello degli anni scorsi (210 milioni di euro nel 2013, 212 milioni di euro nel 2014).
E’ comunque la prima riga di conto economico, oltre a quella del MOL, a destare notevole soddisfazione. Anche nel 2016 il business di Esselunga è cresciuto in maniera considerevole, confermando pertanto la strada di sostenibile sviluppo, con un fatturato che è passato da 6,482 miliardi di euro del 2012 ai 6,957 miliardi di euro del 2013, ai 7,014 miliardi di euro del 2014, e quindi ai 7,312 miliardi di euro del 2015 e infine ai 7,540 miliardi di euro del 2016.
Stato patrimoniale
Sul fronte patrimoniale, si rileva invece un miglioramento sicuramente notevole per quanto concerne l’indebitamento, ora sceso a 55 milioni di euro contro i precedenti 116 milioni di euro del 2015, nonostante investimenti in aumento a quota 489 milioni di euro (frutto delle nuove aperture dello scorso anno e quelle che sono già state pianificate per il 2017, da Roma a Verona).
La rete commerciale
La rete commerciale di Esselunga vanta un network di più di 150 unità tra superstore e supermarket, concentrati in Lombardia, Toscana, Emilia Romagna, Piemonte, Veneto, Liguria e Lazio. Nel 2016 i dipendenti sono cresciuti di 811 unità a quota 22,7 mila risorse, e il 93% dell’organico è assunto a tempo indeterminato.
Tornando alle nuove aperture che sopra abbiamo brevemente riportato, nel 2017 sono previste cinque inaugurazioni, tra cui quella di Roma Prenestina, il 5 aprile. Il superstore è il primo capitolino e il secondo nel Lazio dopo quello di Aprilia, manifestando l’intenzione di Esselunga di “scendere” verso il Sud, smentendo probabilmente l’impressione di scarsa marginalità dei punti vendita del Mezzogiorno, frequentemente sperimentato dalle altre catene.