Era molto atteso, e le attese non sono state deluse: l’employment report statunitense, aggiornato al mese di aprile, ha infatti confermato che il mercato del lavoro USA viaggia a pieno impiego, e che la crescita del secondo trimestre sarà in rialzo dopo la frenata di inizio anno. Si tratta di un dossier in cui è difficile trovare un’informazione che non sia positiva, e che è in grado di correggere quelle parziali debolezze che erano emerse nel corso del mese di marzo.
Aprile, il mese del rilancio
A margine dei dati di aprile è dunque possibile riassumere come probabilmente gli elementi statistici degli ultimi due mesi sono stati influenzati dalla data di Pasqua, che ha indebolito il report del mese di marzo e ha rafforzato quello del mese di aprile. Complessivamente, emerge però un quadro che è decisamente soddisfacente anche agli occhi degli analisti più severi.
Gli occupati non agricoli aumentano di 211 mila unità, dopo le 79 mila unità riscontrate nel corso del mese di marzo (con una media a 3 mesi di +174 mila unità); la revisione per i due mesi precedenti è complessivamente di -6 mila unità. Ancora, gli occupati privati sono in rialzo di 194 mila unità, con variazioni positive per tutti i settori rilevanti: manifatturiero, +6 mila unità, costruzioni +5 mila unità, estrattivo +9 mila unità, servizi privati, +173 mila unità, servizi alle imprese +39 mila unità, istruzione e sanità +41 mila unità, ospitalità e ricreazione +55 mila unità. Il settore pubblico crea 17 mila posti, concentrati a livello statale e locale.
Nuova crescita dell’occupazione
Per quanto attiene l’occupazione, rilevata con l’indagine presso le famiglie, il dato mostra un incoraggiante aumento di 156 mila unità, dopo le 472 mila unità riconducibili alla rilevazione del mese di marzo, e con una media degli ultimi 3 mesi pari a 358 mila unità. La forza lavoro risulta essere pressoché stagnante (+12 mila unità) e determina un calo del tasso di partecipazione a 62,9 per cento, confermando così che il rialzo ciclico della partecipazione visto nel 2016 si sta esaurendo.
Tra le altre buone notizie rileviamo ancora il calo del tasso di disoccupazione, a 4,4% da 4,5% di marzo, per una soglia minima da maggio 2007 a questa parte, e al di sotto della proiezione del FOMC per fine 2017. Il tasso di disoccupazione allargata è in calo a 8,6% da 8,9%, indicando che la riduzione delle risorse inutilizzate procede rapidamente. Il tasso di occupazione è in rialzo a 60,2% mentre le ore lavorate crescono di 0,3% mese su mese, con il manifatturiero in rialzo di 0,2% su base mensile, e indicazioni favorevoli per la dinamica della produzione industriale di aprile.
I salari orari crescono di 0,3% su base mensile, e del 2,5% su base annua. Negli ultimi 5 mesi la variazione mensile è stata di 0,3% mese su mese, segnalando così un’accelerazione rispetto alla seconda metà del 2016, come indicato anche dall’Employment Cost Index del 1° trimestre
Un’opinione finale
Complessivamente, non possiamo non annotare come i dati siano positivi e convincenti, sebbene la lettura debba essere almeno parzialmente “sterilizzata” a causa della destagionalizzazione di Pasqua. Il trend è però chiaro, anche al netto di tale elemento, con una crescita degli occupati solida e con un tasso di partecipazione almeno stabile. Il tasso di disoccupazione non è escluso che possa calare ancora nel corso dei prossimi trimestri, riducendo ancora le risorse inutilizzate e mettendo pressione verso l’alto sui salari.
Insomma, il quadro dipinto dall’employment report sembra essere univoco: nel mese di giugno il FOMC delibererà un nuovo rialzo dei tassi di interesse di riferimento.