Pubblicato: 20 Ottobre 2016 di Roberto Rossi
Continua con un trend molto positivo la “stagione” delle trimestrali statunitensi, nei confronti della quale numerose erano le attese (principalmente incentrate sul comparto creditizio e bancario).
Limitandoci a un aggiornamento di quel che accaduto tra ieri e oggi, possiamo certamente compiere un primo riferimento su Goldman Sachs, che ha battuto le attese degli analisti registrando nel corso del terzo trimestre degli utili e dei ricavi in crescita, trainati in particolare dalle attività di trading (+17 per cento). In particolare, i profitti netti si sono attestati a 2,1 miliardi di dollari, corrispondenti a 4,88 dollari per azione, il 47 per cento in più rispetto agli 1,4 miliardi (2,90 dollari per azione), dello stesso periodo del 2015. Il fatturato è cresciuto su base annua del 19 per cento a quota 8,17 miliardi di dollari, grazie all’ottima performance delle attività di trading. L’utile per azione e i ricavi hanno, come detto, battuto le stime di consenso, che si fermavano rispettivamente a 3,88 dollari e 7,41 miliardi di dollari. A livello delle attività di trading, i ricavi della divisione reddito fisso sono saliti a 1,96 miliardi di dollari, superando anche in questo caso l’1,7 miliardi di dollari indicati dal consenso, al pari di quanto accaduto per quanto riguarda il trading sull’azionario, i cui ricavi si sono attestati a 1,78 miliardi di dollari contro 1,69 miliardi di dollari stimati dal mercato. In aggiunta a ciò il gruppo ha confermato una solidità patrimoniale soddisfacente, con il rapporto Common Equity Tier 1 che è risultato pari al 12,4 per cento.
Notizie in chiaro scuro, riepilogate per Intel, con il gruppo statunitense che ha archiviato i risultati del terzo trimestre con un utile per azione al netto delle componenti straordinarie pari a 0,69 dollari, in crescita rispetto ai 0,64 dollari dell’analogo periodo del precedente esercizio, ma pur al di sotto dei 0,73 dollari del consenso. Di contro, i ricavi hanno battuto le stime di mercato, risultando pari a 15,78 miliardi di dollari, contro i 15,58 miliardi di dollari che erano stati indicati dal mercato. Nel complesso, i risultati del trimestre hanno beneficiato del piano di ristrutturazione annunciato lo scorso aprile, che prevede il taglio della forza lavoro per 12 mila unità entro la metà del 2017. Nel contempo, il gruppo ha rilasciato un outlook per il trimestre in corso al di sotto di quanto atteso dagli analisti; in particolare, Intel si aspetta di realizzare un giro d’affari pari a 15,7 miliardi di dollari, rispetto ai 15,9 miliardi di dollari del consenso.
Tra le varie trimestrali, segnaliamo utili sopra le attese per American Express. Amex ha infatti registrato un utile rettificato per le poste straordinarie di 1,20 dollari per azione, risultato decisamente superiore ai 97 centesimi attesi in media dagli analisti, secondo le stime di consenso di Bloomberg. Superiore alle previsioni anche il fatturato, che si attesta a 7,77 miliardi di dollari contro i 7,70 miliardi di dollari attesi. Sulla scia di questi risultati positivi la società ha colto l’occasione per poter migliorare le attese per l’intero anno e ora si aspetta utili tra 5,90 e 6 dollari per azione (precedentemente stimati in un range tra 5,4 e 5,7 dollari per azione), escludendo i costi di ristrutturazione. Oltre al miglioramento dei profitti attesi la società ha anche messo in agenda un aumento delle spese per investimenti e ha confermato l’outlook per il 2017.
Concludiamo poi con la trimestrale positiva di Morgan Stanley che, al pari delle altre principali istituzioni finanziarie statunitensi, ha registrato un aumento degli utili grazie all’apporto positivo delle attività da trading. In dettaglio, il terzo trimestre si è chiuso con un utile netto di 1,6 miliardi di dollari, corrispondenti a 0,81 dollari per azione, in crescita rispetto ai 1,02 miliardi (0,48 dollari per azione) dello stesso periodo del precedente esercizio. Il risultato per azione legato alle attività ricorrenti si è attestato a 0,80 dollari, al di sopra dei 0,63 dollari stimati dal consenso. Il giro d’affari complessivo è risultato pari a 8,91 miliardi di dollari, in aumento del 15 per cento rispetto al dato del terzo trimestre 2015 e in raffronto ai 8,14 miliardi di dollari attesi. Le attività da trading sul comparto del reddito fisso hanno registrato ricavi pari a 1,5 miliardi di dollari, battendo le stime degli analisti che si fermavano su un valore di 1 miliardi di dollari; in aumento su base annua anche il fatturato da trading sull’azionario, cresciuto del 5,6 per cento a 1,9 miliardi di dollari, anch’esso in miglioramento rispetto a 1,83 miliardi di dollari indicati dal mercato. L’indice di redditività ROE si è così attestato all’8,7 per cento nel terzo trimestre, con il management che stima di raggiungere un valore tra il 9 e l’11 per cento entro la fine del 2017.
Infine, VISA ha annunciato l’aumento della cedola trimestrale pari al 18 per cento a 0,165 dollari per azione, ad un livello superiore a quanto atteso dal mercato. Il pagamento avverrà il prossimo 6 dicembre su posizioni al 18 novembre.