Mercati

Politica fiscale in allentamento in zona euro

Ieri abbiamo avuto modo di aggiornare le valutazioni che la Commissione Europea ha elaborato sull’andamento dell’area euro. È oggi la volta di integrare quanto anticipato ieri occupandoci delle finanze pubbliche e delle previsioni di saldo strutturale, premettendo che le stime per il momento confermano le impressioni di un lieve allentamento della politica fiscale nell’area euro (-0,3% del PIL nel 2017-18), e dunque superiore allo 0,2% del PIL implicito nelle previsioni di autunno, ma pur meno di quello che veniva indicato come adeguato (0,5% del PIL) dalla stessa Commissione nell’ipotesi in cui l’eurozona fosse stata considerata come un unico Paese.

Ma quale è la view della Commissione Europea in relazione ad alcune delle economie maggiormente sotto le sue attenzioni?

Italia

Cominciamo proprio dal nostro Paese, tradizionalmente un “paziente” ricorrente per la Commissione. La quale, ben inteso, ha confermato la stima di 0,9% per il PIL 2017 e ha avuto modo di alzare di un decimo a 1,1% la previsione per il 2018. Viene inoltre revisionato al rialzo il sentiero della disoccupazione (all’11,6% nel 2017, in calo di 0,1 punti percentuali su 2016) mentre per quanto attiene la finanza pubblica il deficit è visto al 2,4% nel 2017 e al 2,6% nel 2018 (contro il 2,5% precedente); bisognerà comunque tenere in considerazione l’aggiustamento pari allo 0,2% del PIL promesso dal governo entro aprile. Rimane inoltre un peggioramento del disavanzo strutturale, che dovrebbe passare dall’1,6% nel 2016 al 2% nel 2017 e al 2,5% nel 2018.

Alla luce di quanto sopra, e dando come assodato che la correzione richiesta per il 2017 permetterà di evitare l’apertura della temuta procedura d’infrazione, rimangono comunque aperti ampi margini di intervento per quanto concerne il 2018, periodo nel quale ci attendiamo un’ulteriore stretta: d’altronde, la Commissione stima ora un peggioramento strutturale di mezzo punto anziché di due decimi come in precedenza. L’Italia dovrebbe pertanto correggere di circa 0,6% e, anche applicando la flessibilità massima permessa, lo sforzo fiscale minimo richiesto nel budget per il 2018 sarà pari allo 0,6% del PIL.

Spagna

Passando alla Spagna, Paese introdotto all’interno del percorso correttivo del patto di Stabilità fino al 2018, le previsioni della Commissione europea, alla luce delle misure aggiuntive che il Paese iberico ha presentato a fine scorso anno sono discretamente positive, sebbene il Paese non sarà in grado di rispettare l’obiettivo nominale sul deficit per il 2017 (-3,1%). Lo sforzo strutturale per il periodo 2016 – 2017 è valutato a 0,7% del PIL e, dunque, in linea con quanto previsto dal percorso correttivo del Patto di Stabilità.

Francia

Per quanto concerne la Francia, il saldo nominale è previsto al 2,9% del PIL, all’interno dei parametri del patto e con uno sforzo strutturale che è stato ritenuto come adeguato. I rischi riguardano pertanto non il 2017, bensì il 2018, quando il saldo potrebbe risalire al di sopra del 3%.

Portogallo

Più difficile sembra essere la situazione per il Portogallo, Paese che è terminato all’interno del percorso correttivo da diverso tempo, e che è considerato a rischio considerato che lo sforzo strutturale nel 2017-2018 è vicino a zero a fronte di una correzione minima di 0,5% del PIL in base agli obiettivi di medio termine fissati con il programma di stabilità dello scorso anno. Lo scostamento, di 0,5% del PIL, è comunque ancora tollerato nel complesso sistema di regole europee.

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Sull'autore

Roberto Rossi

Perito Informatico ma appassionato del trading online con i CFD. Mi occupo di stesura articoli sul trading online, CFD e forex.